Un limite di età per il papa? Forse. Anche perché Bergoglio potrebbe vivere 140 anni…

La voce è sempre più insistente: starebbe per arrivare un nuovo motu proprio, o comunque un documento, con il quale Francesco regolerebbe il “papato emerito”, introducendo, forse, anche un limite di età per il papa, così come già avviene per i vescovi e per l’esercizio del voto in conclave da parte dei cardinali.

Le voci dicono che, pubblicato il documento, lo stesso Francesco, raggiunti gli ottantacinque anni, si ritirerebbe. Di qui l’accelerazione data (si veda la Traditionis custodes) su certi temi: completare il lavoro prima di farsi da parte.

Non mancano coloro che dicono che son tutte chiacchiere e che, se anche il documento sul papato emerito arriverà, ciò non significa che Bergoglio si ritirerà.

Nell’attesa è già iniziato il confronto sulla questione del limite di età per il papa. I favorevoli alla misura dicono che così non si avrebbero più tutti i problemi che spesso emergono (vedi Giovanni Paolo II) quando il papa diventa molto anziano e malato. Aggiungono che il papa è tale in quanto vescovo di Roma e che, dal momento che per i vescovi c’è un limite di età, sarebbe logico introdurlo anche per il papa. I contrari sostengono che il limite di età farebbe del successore di Pietro un funzionario, riducendone ancora di più la sacralità, già molto rimpicciolita. Inoltre, c’è la questione della libertà. È vero che già ora il papa può rinunciare al soglio, ma è stabilito che lo debba fare in totale libertà, senza essere pressato da niente e nessuno, mentre il limite di età costituirebbe un vincolo.

Certamente l’allungamento della vita (ma forse sarebbe meglio dire della vecchiaia) pone nuove questioni.

A questo proposito, sapete che Bergoglio potrebbe vivere centoquarant’anni? Non lo diciamo noi. Lo diceva, nel 2013, subito dopo l’elezione di Francesco, Liu Ming, il cinese dal quale l’arcivescovo di Buenos Aires si fece curare per otto anni, prima di partire per il conclave dal quale sarebbe uscito papa.

In un’intervista di quell’anno Liu Ming spiegava che Bergoglio si rivolse a lui per diversi problemi: “Mi raccontò che gli era stata rimossa la cistifellea e di un problema al fegato. Aveva subito un intervento ai polmoni e aveva anche alcuni disturbi cardiaci. Prendeva molte pillole, per tante cose. Abbiamo incominciato con tre visite alla settimana, nel 2004, e andammo avanti per otto anni”.

Guarito del tutto, “ora il cardinale è un uomo sano” diceva Liu Ming nel 2013. La cura fu a base di “agopuntura e massaggi”. Bergoglio era “un paziente super tranquillo” e aveva “abiti vecchi, con dei buchi”. “Ci scambiavamo libri. Mi ha regalato il libro I Ching in spagnolo, che uso per tenere corsi a Buenos Aires, la Bibbia e un libro intitolato Le ragioni per credere”.

“Come monaco taoista – continuava Liu Ming in quell’intervista del 2013 – gli ho parlato molto del Tao, che in Cina è l’unica verità. Nella vostra cultura si chiama Dio e per la Cina è Tao. È lo stesso, è la stessa verità; mi ha ascoltato con molta attenzione”.

“Una volta – concludeva Liu Ming – quando gli dissi che con la medicina cinese avrebbe potuto vivere centoquarant’anni, mi chiese: vivrò così a lungo? Risposi di sì”.

A.M.V.

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