Il corpo del caro estinto? Possiamo farne terriccio. Oppure liquefarlo. Le proposte del vescovo “green” per lo smaltimento dei cadaveri

Cari amici di Duc in altum, vi propongo qui la traduzione di un comunicato emesso dall’arcivescovo Michael Jackels di Dubuque, nell’Iowa. Il documento propone, in nome del rispetto ambientale, alcune forme alternative per lo “smaltimento” dei cadaveri. “Opzioni verdi” le chiama il vescovo. Sono il compostaggio e l’idrolisi alcalina, in pratica la liquefazione del corpo.

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Messaggio ai fedeli dall’arcivescovo Michael Jackels

Alternative ai metodi di sepoltura tradizionali

Nel mondo, ogni secondo muoiono due persone. Negli Stati Uniti ogni anno muoiono circa 2,5 milioni di persone. Ciò rende la questione delle pratiche di sepoltura un problema ambientale significativo. Si stima che più di 130 miglia quadrate di terra saranno necessarie per le sepolture in terra delle persone che si prevede moriranno nei prossimi vent’anni. Le risorse naturali sono utilizzate per produrre bare, il terreno viene riempito di cemento per le volte, e l’acqua freatica viene inquinata dai rifiuti dell’imbalsamazione. I lotti di sepoltura sono costosi, ed ecco perché la cremazione è la pratica di sepoltura più popolare, l’opzione meno costosa disponibile. Ma una singola cremazione usa circa trenta galloni di carburante, e sia la combustione che il corpo stesso rilasciano sostanze inquinanti nell’aria.

Ci sono comunque opzioni verdi.

La Chiesa cattolica è leader nell’uso della sepoltura verde: nessuna imbalsamazione o volta, contenitori biodegradabili per la sepoltura e nessuna lapide. Ma consuma ancora terra.

Un’altra opzione è chiamata idrolisi alcalina: una combinazione di acqua calda, liscivia, aria compressa e circolazione usata per liquefare un cadavere in poche ore, cadavere che può poi essere smaltito in modo sicuro nel terreno. La legislatura dell’Iowa sta attualmente considerando la legalizzazione di questo processo, già legale in diciannove Stati americani.

Qualsiasi sostegno dato all’idrolisi alcalina potrebbe essere dato anche al processo chiamato compostaggio: Il corpo viene messo in un contenitore, coperto con trucioli di legno, paglia ed erba medica, usando il calore per uccidere i batteri e il flusso d’aria per la decomposizione. Dopo un mese, si si ottiene del terreno.

Una sfida è la disposizione del liquido o della terra in modo reverenziale, come la corretta disposizione delle ceneri. La Chiesa chiede solo che il corpo sia trattato con rispetto, e deposto in un luogo benedetto dal clero, sia nella terra, in acqua, fuoco o aria, cimitero o no.

Anche il messaggio o il marchio sarà una sfida. Molte persone reagiscono negativamente alle alternative, ritenendole offensive, irrispettose, poco dignitose. I vescovi cattolici in quegli Stati che hanno legalizzato il compostaggio si sono detti contrari. Ma tutto ciò è più offensivo del processo coinvolto nell’imbalsamazione del corpo, nel vestirlo come una bambola per bambini, e applicargli il trucco? O è più offensivo dell’uso della Chiesa di tagliare il corpo di un santo in pezzi per le reliquie? E la sepoltura tradizionale non è irrispettosa della buona e verde terra di Dio?

La Chiesa ha dichiarato una preferenza per la sepoltura in terra, ma non si oppone alla cremazione per ragioni sanitarie, economiche o sociali (Ad resurgendum cum Christo, Congregazione per la dottrina della fede, 2016).

Per le stesse ragioni, si può sostenere che la Chiesa non dovrebbe essere contraria all’idrolisi alcalina o al compostaggio.

Michael O. Jackels

Arcivescovo di Dubuque

1229 Mount Loretta Avenue

Dubuque, Iowa 52003-7286

Telefono (563) 556-2580

www.DBQArch.org

Fonte: https://dbqarch.org/documents/2021/10/MJ_102021_AlternativestoTraditionalBurialMethods.pdf

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