Bergoglio e l’accoglienza per Yolanda la rossa. Gatta ci cova…

Sabato 11 dicembre 2021 papa Bergoglio ha ricevuto in una lunga e cordialissima udienza privata, durata quaranta minuti, il ministro spagnolo del Lavoro. “Gatta ci cova” commenta il vaticanista Giuseppe Rusconi. Si è forse parlato del gradimento per una nuova ambasciatrice, laicista fin nel midollo?

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di Giuseppe Rusconi 

È avvenuto sabato 11 dicembre 2021. È durato quaranta minuti (oltre ai dieci riservati al seguito). L’ospite ha regalato al pontefice una stola di plastiche riciclate e un libro di poesie della scrittrice galiziana Rosalia de Castro che gli emigrati portavano con loro in Argentina negli Anni Sessanta.

All’apparenza una visita di Stato in grande stile. Amputata però della tradizionale seconda parte di incontri con la diplomazia vaticana. Come a dire: la questione è mia e la gestisco io, senza intermediari.

Un fatto curioso, anche se non inedito nel palesarsi dello “stile Bergoglio”. Chiediamoci: a quale presidente di Repubblica, a quale primo ministro Francesco ha concesso simile onore? Sorpresa: l’ospite era Yolanda Diaz, ministro del Lavoro (e secondo vicepresidente) del governo spagnolo guidato dal noto Pedro Sanchez. Ma quando mai Bergoglio riceve in udienza privata singoli ministri, a meno che non si occupino di questioni delicate che riguardino i rapporti con la Chiesa cattolica? E perché allora il Pontefice ha accolto la richiesta di Yolanda Diaz? Accordandole un’udienza di non meno di quaranta minuti (addirittura qualcuno in più di quelli concessi a Pedro Sanchez nel 2020)?

Gatta ci cova… basta guardare la soddisfazione che traspare eloquente dai sorrisi a tutto campo nelle foto ufficiali… altro che i bronci riservati al povero Trump!

Chi è la Diaz? Nata in Galizia mezzo secolo fa, fin da piccola ha aderito al partito comunista spagnolo. Membro del parlamento regionale, è stata coordinatrice nazionale di Esquerda unida fino al 2017. Deputato nazionale dal 2016, è entrata nel governo Sanchez II nel marzo 2020 come ministro del Lavoro.  In piena sintonia con Podemos di Pablo Iglesias, tanto che, quando quest’ultimo nel marzo 2021 ha annunciato di lasciare l’esecutivo nazionale per candidarsi a governatore della Comunità di Madrid (con esito elettorale felicemente catastrofico), lo ha sostituito come secondo vicepresidente del governo. La Diaz si sta occupando della riforma del mercato del lavoro in tempi caratterizzati dalle avversità sanitarie; e, in altri ambiti, si manifesta ideologicamente come una nostalgica della famigerata Seconda Repubblica degli Anni Trenta (che, giova ricordarlo specie ai sordi volontari, mise a morte anche migliaia di preti, suore, seminaristi, oltre a un numero ancora maggiore di laici cattolici).

Perché Juan Mario Bergoglio ha ricevuto con tanto calore Yolanda la rossa? Secondo le dichiarazioni della stessa i conversari si sono incentrati sulle misure spagnole per contrastare la crisi derivata dalla pandemia, sulla tutela dei lavoratori, dei migranti, dell’ambiente. E su altri argomenti di cui la Diaz non ha voluto riferire.

Quali questi altri argomenti, di cui il gesuita argentino ha voluto occuparsi in prima persona? Incominciamo con l’osservare che Yolanda Diaz è stata ricevuta sì come ministro del lavoro ma in primo luogo come rappresentante di quel governo spagnolo di cui è secondo vicepresidente. È assodato che Pedro Sanchez era come minimo al corrente dell’incontro nei dettagli. E che Yolanda la rossa si è fatta portavoce durante l’udienza di richieste dell’intero governo. Il che giustificherebbe sia l’udienza che i suoi tempi.

Che cosa chiedeva l’esecutivo nazionale? È noto che i governi Sanchez (sia il primo che il secondo) sono stati e sono caratterizzati da una robusta vena laicista, mirando in tal senso a ridurre il più possibile l’influenza residua della Chiesa sulla società spagnola. Anche attraverso leggi totalitarie che impongono la sovversione antropologica nella scuola. Per piegare le ultime resistenze contro progetti di legge e decisioni da Repubblica degli Anni Trenta il mostro rosso-rosso evoca da tempo a mo’ di ricatto lo spettro dell’abolizione del finanziamento pubblico della Chiesa tramite il 7 per mille (in Italia è l’8 per mille).

Sabato scorso, a quanto si ipotizza, Yolanda Diaz potrebbe aver parlato di una questione particolarmente delicata: la nomina di una nuova ambasciatrice di Spagna presso la Santa Sede. L’attuale titolare, Maria del Carmen de la Peňa Corcuera (a Roma dalla fine del 2018), sarebbe stata rimossa dopo soli tre anni dal suo incarico e il governo Sanchez avrebbe nominato al suo posto Maria Isabel Celaá Diéguez. Non una qualunque nella nomenclatura socialista e non una qualunque nella lotta anticattolica.

La Celaá infatti è stata ministro dell’Educazione e formazione professionale sia nel primo che nel secondo governo Sanchez fino a luglio 2021 (…ma guarda che coincidenza!) oltre che portavoce dell’esecutivo e ha dato un impulso fondamentale all’approvazione della nuova legge organica (laicista) su cui si regge il sistema scolastico spagnolo: infatti si chiama Ley Celaá. Dell’indomita nostalgica (della Repubblica degli Anni Trenta) e dunque totalitaria citiamo a edificazione di chi ci legge una dichiarazione del 17 gennaio 2020 sul pin parental (richiesta dell’autorizzazione dei genitori riguardo alla partecipazione dei figli in tempo di scuola a lezioni, corsi, attività di sovversione antropologica): “Questo pin parental intacca il diritto fondamentale, costituzionale, della educazione di ogni bambino. (…) Non tollereremo il pin e questo ministero adirà il tribunale”.

In tempi vaticani normali per la Celaá sarebbe assai improbo avere il necessario nullaosta per poter occupare la prestigiosa sede diplomatica di Piazza di Spagna. Ma papa Bergoglio si è appropriato, – ça va sans dire, come d’abitudine quando qualcosa gli preme particolarmente– di certo in pieno spirito di sinodalità e condivisione, del dossier: l’udienza a Yolanda Diaz è lì a dimostrarlo. Come finirà? Neanche la zingara che legge le carte a via Condotti riuscirebbe ad azzeccarci. Non resta che sperare nello Spirito Santo.

Fonte: rossoporpora.org

 

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