Per il cadavere di Tutu cremazione acquatica

Leggo che “la salma dell’arcivescovo Desmond Tutu verrà liquefatta, ovvero sottoposta ad un procedimento chimico ritenuto un’alternativa ecologica alla cremazione”.

Dunque, l’arcivescovo e attivista anglicano ha scelto di adottare, per lo smaltimento del proprio corpo, una tecnica sempre più raccomandata dagli ecologisti.

Tempo fa l’arcivescovo (cattolico) Michael Jackels di Dubuque, nell’Iowa, ha pubblicato un documento in cui propone alcune forme alternative per lo smaltimento dei cadaveri nel rispetto dell’ambiente. “Opzioni verdi” le chiama il vescovo. Come il compostaggio e, appunto, l’idrolisi alcalina, in pratica la liquefazione del corpo.

Per quanto riguarda Tutu, apprendiamo che la liquefazione del suo corpo “era ciò a cui aspirava come eco-guerriero”, come ha detto il reverendo Michael Weeder, decano della cattedrale di San Giorgio, a Città del Capo, dove si sono tenuti i funerali di Stato “del simbolo dell’anti-apartheid e Premio Nobel per la pace”.

“Secondo la tecnica della cosiddetta acquamazione o cremazione acquatica, il corpo viene sciolto in una soluzione di idrossido di potassio a una temperatura di 93 gradi centigradi con un processo chiamato idrolisi alcalina che dura 3-4 ore. Al termine rimangono le ossa, che vengono ridotte in polvere e consegnate ai parenti del defunto all’interno di un’urna, ed il liquido risultante dallo scioglimento dei tessuti – privo di DNA – che viene smaltito nel condotto fognario. Il processo è considerato più ecologico della cremazione perché consuma meno energia e non produce emissioni”.

Amen.

 

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