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Che cosa dice ai nostri tempi il ritrovamento della nave “Endurance”

Nello scorso mese di marzo, nei mari antartici, è stato ritrovato a tremila metri di profondità, in un incredibile stato di buona conservazione, il relitto della nave inglese Endurance. La nave era quella comandata dal leggendario esploratore sir Ernest Shackleton, che nell’anno 1915 tentò di attraversare da un estremo all’altro l’Antartide. L’impresa fallì, ma fu all’origine di una epopea umana stupefacente. Prima di iniziare la traversata antartica, la nave rimase incastrata nella banchisa a enorme distanza da qualsiasi punto di possibile soccorso. I giorni si succedevano l’uno all’altro, i viveri scarseggiavano, non si vedeva altra prospettiva che la morte nell’eterno inverno australe. Shackleton aveva reclutato l’equipaggio sui giornali britannici con questo annuncio: “Cercasi uomini per viaggio rischioso. Paga bassa, freddo glaciale, lunghe ore di completa oscurità. Incolumità e ritorno incerti. Onori e riconoscimenti in caso di successo”. Quando fu evidente che la Endurance non si sarebbe mai più liberata dalla morsa dei ghiacci, Shackleton, in una decisione estrema, scelse cinque dei suoi ventisette uomini e utilizzando una fragile scialuppa di sette metri navigò per 1600 chilometri fra i giganteschi cavalloni dei mari atlantici australi verso l’Isola Giorgia del Sud (Falklands-Malvine), finché riuscì a trovare aiuto e a organizzare una spedizione di soccorso. Dopo incredibili vicissitudini tornò dove aveva lasciato i suoi compagni di avventura, mettendoli tutti in salvo, nove mesi dopo il naufragio, e lasciando il suo nome scritto nell’albo dei grandi eroi dell’umanità.

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di John Horvat

Una delle più grandi avventure della storia dell’esplorazione fu un triste fallimento. Lo sfortunato viaggio della nave Endurance non raggiunse mai la sua destinazione. Tuttavia, la storia del suo eroico capitano, Sir Ernest Shackleton, sopravvive come una stimolante ispirazione per tutti i tempi.

La spedizione del 1914 voleva essere la prima ad attraversare l’Antartide. Fallì quando l’Endurance rimase intrappolata nel ghiaccio per dieci mesi prima di esserne schiacciata. La nave affondò e l’equipaggio andò alla deriva sui banchi di ghiaccio per altri cinque mesi prima di fuggire con piccole barche verso la vicina Isola Elefante. Sir Ernest e cinque del suo equipaggio raggiunsero poi l’isola della Georgia del Sud dopo un viaggio di 16 giorni e 800 miglia in una scialuppa di salvataggio aperta in mari infidi. Tornò a salvare i restanti 21 membri dell’equipaggio dopo tre tentativi infruttuosi.

L’audace avventura è tornata recentemente in prima pagina quando un rompighiaccio battente bandiera del Sudafrica ha trovato il relitto dell’Endurance a diecimila piedi sotto la superficie nel Mare di Weddell in Antartide. La scoperta del 5 marzo ha entusiasmato il mondo con il filmato della nave di legno in uno stato di conservazione “sorprendente”, oltre 106 anni dopo l’affondamento.

I dettagli tecnici del ritrovamento sono affascinanti. Ma ancora più importante è che la scoperta del relitto ha un messaggio simbolico per un mondo impantanato nella mediocrità e contiene una lezione che può servire a risvegliare sentimenti di eroismo così necessari in questi tempi.

La nave era all’altezza del suo nome: simboleggiava una incredibile resistenza (endurance si traduce come resistenza). La sua storia mostra come un piccolo gruppo di uomini può sfidare gli elementi e raggiungere i limiti estremi dello sforzo umano di fronte alle avversità. Questa è la materia prima per le imprese leggendarie ispirate dal sacrificio, dall’eroismo e dalla virtù. Figure come sir Ernest Shackleton vanno considerate degne di essere imitate.

Tuttavia, i tempi postmoderni distruggono gradualmente l’appetenza per le imprese eroiche piene di pericolo. L’attuale cultura materialista glorifica il comfort, la sicurezza e la salute. Le persone si rivolgono su sé stesse per concentrarsi sulle cose banali e mediocri della vita quotidiana. Invece dei grandi orizzonti, le persone si abbandonano ai piaceri e ai vizi con tutta la passione del loro essere. Per questo motivo, la società è in un tale stato di crisi.

Sono pochi quelli che scelgono le imprese sublimi e audaci, ritenute rischiose avventure di santi ed eroi del passato, oggi evitate da tutte le persone “sensibili”. Infatti, è come se le virtù e le qualità di Sir Ernest e del suo equipaggio fossero oggi sepolte a diecimila piedi di profondità nell’oceano. Nessuno vuole sopportare la sofferenza, il sacrificio e i pericoli per evadere dalla tomba d’acqua.

E così queste cose rimarrebbero nascoste se lasciate al corso naturale di una società decadente.

Tuttavia, la lezione simbolica del ritrovamento dell’Endurance dimostra il contrario. La natura umana non può mai essere soddisfatta da un’esistenza mediocre e da una vita senza scopo né sfida. La ricerca di imprese sublimi ed eroiche non può essere soppressa e deve trovare un modo di esprimersi. Le anime si ravvivano al contatto con esse.

L’anima postmoderna possiede ancora un anelito a ricercare nelle profondità della società quei tesori nascosti e perduti che danno significato e scopo alla vita. L’epica ricerca e il ritrovamento dell’Endurance hanno entusiasmato molti e sono un segno che queste cose esistono e possono ancora ispirare grandi imprese.

Nel profondo delle anime, l’eroismo, il sacrificio e la virtù aspettano come l’Endurance.  Ci sono tesori in eccellente stato di conservazione per coloro che hanno il coraggio di cercarli.

Il caso dell’Endurance è solo uno dei tanti appelli a uscire dalla mediocrità. Presi dalla terribile realtà della desolata terra postmoderna, molti percepiscono il vuoto sociale e psicologico del corso attuale e cercano alternative.

Sorprendentemente, essi esprimono un desiderio, una brama e un’ammirazione per tradizioni un tempo rifiutate, per narrazioni dimenticate e per l’arte sublime. Dal canto gregoriano alle birre artigianali all’architettura gotica, manifestano una sorprendente apertura per i meravigliosi frutti della civiltà cristiana. Alcuni fanno sacrifici incredibili per tornare alla tradizione e rifiutare gli abomini moderni. Altri trovano l’unico vero Dio dopo un lungo cammino di tribolazioni.

Questi sono i semi che fruttificano in grandi imprese e che convincono le persone ad abbandonare il loro amor proprio e a sacrificarsi per gli altri. Essi aprono orizzonti che invitano ad essere gli eroi e i santi di cui c’è tanto bisogno oggi. Il mondo ha bisogno di nuovi Shackleton che ispirino un ritorno alla magnanimità. Il ritrovamento simbolico dell’Endurance, nonostante tutte le probabilità avverse, dimostra che questo nuovo mondo è possibile.

Un Endurance attende nei cuori di tutti coloro che osano guardare oltre sé stessi e che potrebbe far riemergere virtù a lungo abbandonate. È la ricompensa di tutti coloro che abbracciano quel Dio sempre antico e sempre nuovo che ha continuamente ispirato le grandi epopee della storia.

FonteThe Imaginative Conservative

Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia

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Nella foto sopra al titolo (Cordon Press), l’Endurance prigioniera dei ghiacci.

Nella foto all’interno dell’articolo (Endurance 22), il relitto ritrovato nelle profondità del Mare di Weddell

 

Aldo Maria Valli:
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