Voto sì, voto no. Dibattito aperto / 3

Cari amici di Duc in altum, il mio articolo Ecco perché sto andando verso il non voto non smette di provocare reazioni. Bello vedere tanta passione: ringrazio tutti i lettori che mi hanno scritto. Qui e qui trovate le prime due puntate del dibattito. Oggi la terza. 

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Caro Aldo Maria,

credo che, come alcuni lettori hanno già sottolineato, la chiave del problema stia nell’affermazione: “Se vado in un negozio per comprare una giacca e non ne trovo nessuna posso benissimo uscire soddisfatto e senza acquisti”. Certo, in un negozio tutto ciò è piuttosto semplice, però nella cosiddetta – mi sento di dire così – democrazia se non scelgo vi saranno altri che sceglieranno al posto mio.

Durante questa legislatura sono stato molto vicino a perdere il posto di lavoro perché non vaccinato. Questa per me è stata una minaccia intollerabile, non tanto sul piano economico – ho qualche risparmio – quanto sul piano umano e sociale. Paragonerei tale isolamento a una forma di morte civile. Grazie a Dio, prima che scattasse la tagliola decisa dal duo Draghi – Speranza e approvata quasi all’unanimità dal Parlamento italiano, ho avuto il Covid, che nel mio caso è stato simile a un’influenza. Ecco, di fronte alla paura dell’isolamento, pur con i limiti evidenti degli oppositori, non posso che affermare, citando Shakespare, “il meglio è nemico del bene”.

Stante le gravi minacce che attualmente incombono sulle nostre  vite (la guerra che da un giorno all’altro potrebbe divenire davvero “mondiale coinvolgendo anche l’Italia e lo scientismo di Stato che oggi si esplica con i vaccini e domani potrebbe manifestarsi in forme perfino più cogenti, penso addirittura all’avvento della Bestia descritta nel libro dell’Apocalisse e dell’imposizione del suo numero a tutti coloro che non oseranno ribellarsi) ritengo che valga la pena cercare nelle cose di Dio il meglio e di accontentarsi di quel po’ di bene presente in alcuni uomini garantendo loro il voto.

Davide

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Caro dottor Valli,

sono un affezionato lettore del suo blog e anch’io come lei sarei tentato di astenermi, essenzialmente perché è proprio la domanda politica a fare difetto (non parliamo dell’offerta, melium silere). Lei è infatti proprio così sicuro che le masse dei rappresentati siano in grado di esprimere una domanda politica che possa essere raccolta da una classe dirigente formata e responsabile? In parole povere, gli italiani sanno coso vogliono? Non credo proprio: panem et circenses è l’orizzonte politico/culturale massimo.

È vero che il fronte antagonsita è tutt’altro che tale (molto ci sarebbe da dire sull’incapacità di queste nuove formazioni politiche di intercettare il consenso, tra personalismi, autoreferenzialità e l’alibi dello strapotere mainstream), ma, proprio per quelle individualità di cui anche lei parla, vale forse la pena non sfiduciarlo.

Con stima

Francesco

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Egregio dottor Valli,

condivido sostanzialmente le ragioni da lei espresse in merito al non-voto: esso rappresenta, specie in questo particolare momento, un’opzione del tutto legittima, possibile e per certi aspetti anche ragionevole. La mia posizione in merito rispecchia tuttavia molto da vicino quella, che immagino le sia nota, del professor Viglione il quale, premessa l’assenza di una scelta che contenga integralmente il bene (astensionismo incluso) fa pragmaticamente notare che un nostro non-voto fatalmente finirebbe con il favorire Pd e affini, che è il pericolo più grande che incombe sul nostro paese e perciò è da respingere con gli strumenti, sia pure imperfetti, di cui disponiamo. Questo per ciò che mi riguarda è l’unico vero tema di questo appuntamento elettorale studiato a tavolino dallo stesso sistema che ci ha governato in questi anni e che certamente con il taglio dei parlamentari non scompare bensì assume una connotazione se possibile ancor più elitaria e meno rappresentativa. Il mio voto, dunque, più che dal voler premiare qualcuno va nella direzione di costituire una sorta di argine nei confronti di un pericolo.

Claudio

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Caro Aldo Maria Valli,

leggere il suo articolo sull’intenzione di astenersi dal voto mi ha gettato in un profondo sconforto. Sono un’affezionata lettrice del suo blog e dei suoi libri e domenica mattina mi sono sentita ferita, abbandonata da uno dei miei “padri nobili”, perché perfino lei, come purtroppo si sente da più parti, non andrà a votare… e lo scrive perfino nel blog, provocando sicuramente l’emulazione di altri!

La immagino mentre scrive gli appunti per un nuovo libro, o i suoi articoli, nella sua casa in campagna, vicino al bosco, con la serenità di chi ha già combattuto le sue battaglie e ha mantenuto la fede; con la pace di chi ha dato già un suo contributo significativo al mondo e adesso, dall’alto della sua montagna, può fermarsi a godersi il panorama, a contemplarne le proporzioni, con distacco rispetto a chi, là sotto, ancora si dibatte e corre nel rumore e nel traffico, ancora deve portare frutto e ha tanto da decidere, patire e dimostrare. E, soprattutto, figli minori da mantenere con il proprio lavoro, nonostante tutto.

Ecco, io la supplico. Per favore, voi maestri non dimenticatevi che c’è ancora tanta gente in difficoltà, che sta lottando nell’indifferenza di tutti. Non vogliate evitare di sporcarvi le mani per rimanere incontaminati, ma guardate e aiutate a rialzarsi da terra chi, come me, è stato gettato nel fango. Personalmente dal 15 dicembre dell’anno scorso non posso andare a lavorare e quindi sono senza stipendio, senza contributi né diritti, per adesso fino al 31 dicembre prossimo (quindi sarà passato più di un anno), poi chissà cosa deciderà il nuovo governo. Sebbene io sia un’impiegata amministrativa e non abbia a che fare con pazienti, ma solo con carte e computer, in una palazzina dedicata solo a uffici, esterna all’area ospedaliera, come molti operatori sociosanitari, tecnici, infermieri e medici a tutt’oggi mi è proibito lavorare, perché, dal momento che non ho voluto vaccinarmi, sono ritenuta un pericolo pubblico, un untore di persone fragili. Mi hanno messo per iscritto che se anche solo mi avvicino al mio ex luogo di lavoro, sono passibile di denuncia penale. Sono diventata una specie di bioterrorista e un rifiuto della società. E pensare che il Covid non l’ho ancora mai preso, quindi a tutt’oggi non ho contribuito ad ammorbare nessuno, nei fatti. E come me tanti altri, uno qua e uno là, mosche bianche (ovvero pecore nere), isolati e tentati dallo sconforto.

Per questo io vi supplico: non abbandonateci, per favore. Vi prego, andate tutti a votare, almeno voi che siete consapevi delle ingiustizie e ci insegnate sul Leviatano che ci governa. Gli altri già andranno a riconfermare chi ha voluto tutto questo, oltre che il gender, la depredazione del Paese, la guerra. Siate solidali verso chi ancora sta lottando e sta ancora pagando in prima persona. Abbiate rispetto per gli esercenti che hanno avuto il coraggio di ribellarsi al lockdown, subendo multe e vessazioni: loro hanno combattuto per tutti noi, nei momenti più difficili, alzando le saracinesche e mettendoci la faccia. Ora sono rappresentati da Vita, che comprende anche il Movimento 3V, il quale da parecchi anni si batte per il rispetto della libertà di scelta vaccinale e per l’inviolabilità del corpo umano. Sì, perché i feti abortiti non sono una novità di questi vaccini a MRNa, ma sono presenti anche in alcuni vaccini pediatrici “classici”, resi obbligatori per tutti i bambini dalla Lorenzin nel 2017, e c’è chi lo ribadisce da sempre, come il dottor Stefano Montanari. Ci sono avvocati che si sono dati da fare per la tutela dei sanitari, i più vessati di tutti, e lo hanno fatto con coraggio e competenza, come l’avvocato Renate Holzheisen. Non schifateli tutti. Come fate a farlo? Forse l’impegno civile, il rispetto per la persona umana, la lotta contro l’ingiustizia non sono valori riconoscibili, per un cristiano?

Io credo di sì. Andrò dunque a votare e voterò Vita. Per favore, andate a votare, per un qualunque partito cosiddetto antisistema, ma non lavatevene le mani, o finirete con il reggere il sacco a chi ancora opprime i vostri fratelli.

Elena


 

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