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Strasburgo: così la paranoia laicista ed ecologista colpisce i mercatini di Natale

In diverse nazioni europee la maggioranza della popolazione è ostaggio delle paranoie ideologiche o delle perversioni sessuali del partito del politicamente corretto. Un esempio proviene da Strasburgo, dove imperversa il sindaco “ecologista” madama Jeanne Barseghian, che sta stravolgendo i tradizionali mercatini natalizi. La giunta ecologista della città francese fa una lista dei prodotti che non si potranno vendere al tradizionale “mercato di Gesù Bambino”: niente prodotti tipici poco multiculturali, e “croci di Gesù Cristo” ammesse solo “ad alcune condizioni”.

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Robert Schuman concepì il progetto di un’Unione europea meditando fra le vetrate della cattedrale di Strasburgo, epicentro della cristianità in Francia e gioiello dell’arte gotica, tanto da essere definita da Victor Hugo «un prodigio di grandezza e leggiadria». Nei pressi dalla cattedrale e a Place Kleber si svolge ogni anno il Christkindelsmärik, ossia “il mercatino di Gesù Bambino”, uno dei più importanti mercatini di Natale d’Europa (quest’anno festeggia il suo anniversario numero 452). Da sempre si respira una gioiosa atmosfera cristiana: è un momento speciale per tutti gli abitanti di Strasburgo, ma anche per i milioni di turisti che si recano nella città alsaziana.

Per l’edizione 2022, tuttavia, il comune guidato dalla giunta ecologista di Jeanne Barseghian vuole a quanto pare rovinare la festa: mettendo da parte le tradizioni “troppo” franco-francesi, e dunque non abbastanza multiculturali, e sgonfiando il più possibile la dimensione cristiana dell’evento. Secondo quanto rivelato dal quotidiano Dernières Nouvelles d’Alsace, i commercianti di Strasburgo che parteciperanno al mercatino hanno ricevuto una mail da parte del Comune che vieta loro la vendita di un certo numero di prodotti. La lista è stata diffusa su Twitter dal giornale.

Sarà fermamente vietata la vendita delle bevande e dei piatti gastronomici della tradizione francese, come champagne, tartiflette e raclette, ma soprattutto, ed è questa l’interdizione più scioccante, dei crocifissi, o meglio, delle “croix de JC” (croci di Gesù Cristo, ma con le sole iniziali), come le chiama nel linguaggio politically correct il Comune ecologista. Nella lista inviata dalla sindaca Jeanne Barseghian e dai suoi pasdaran si specifica che i crocifissi, inseriti peraltro nello stesso gruppo dei cavatappi e dei posacenere, potranno essere venduti soltanto «ad alcune condizioni».

«Al mercatino di Natale di Strasburgo, le “croix JC” (sic), relegate al rango dei cavatappi o dei posacenere, sono autorizzati “ad alcune condizioni”? Ma quali condizioni? Senza crocifisso, il Natale sparisce», ha denunciato la giornalista di Boulevard Voltaire Gabrielle Cluzel.

Lo sgomento dinanzi agli ordini della giunta green è tanta sia tra gli abitanti sia tra i consiglieri comunali dell’opposizione. Come Pierre Jakubowicz, centrista. «Dopo i musei e la cultura, il mercatino di Natale: quando le decisioni arbitrarie della sindaca ecologista di Strasburgo rovinano la festa. Sì a un momento festivo che rivendica le sue radici e smettiamola di voler impedire tutto e mettere regole ovunque», ha twittato Jakubowicz.

Il cinguettio sdegnato dell’eletto centrista è accompagnato da una lettera aperta alla sindaca di Strasburgo, rea non solo di voler svuotare il mercatino di Natale del suo significato cristiano, mettendo fine a una tradizione che va avanti da quasi cinquecento anni, ma anche di aver comunicato la lista in maniera tardiva e senza concertazioni. «Siamo sorpresi dall’arrivo tardivo di questa lettera, ossia a sole cinque settimane dall’inaugurazione del mercatino», ha attaccato Jakubowicz, denunciando un comportamento «unilaterale e brutale, in totale opacità».

In seguito alla levata di scudi trasversale, il vicesindaco di Strasburgo, Guillaume Libsig, ha provato a giustificare la scelta con la scusa della “scarsa qualità” degli oggetti venduti, tra cui i crocifissi, e dell’effetto “supermercato per i turisti”. Libsig ha spiegato che il Comune vuole mantenere l’autenticità del Natale in tutti i campi, non solo in quello religioso. «Il lavoro che stiamo portando avanti è incentrato sulla volontà di garantire l’autenticità», ha scritto sul suo account Facebook il vice sindaco, prima di aggiungere: «E l’insieme dei prodotti è stato trattato allo stesso modo. Boule de neige… presepi… ghirlande… crocifissi… santoni… souvenirs». Il problema, appunto, è quello di trattare i crocifissi e i presepi come un oggetto qualsiasi, a maggior ragione in un evento che porta il nome di Gesù Bambino.

Mauro Zanon

Fonti:

tempi.it

centrostudifederici.org

Aldo Maria Valli:
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