Polonia / I vescovi rispondono alle accuse contro Karol Wojtyła

Il 14 novembre scorso i vescovi polacchi hanno diffuso una dichiarazione in cui difendono l’operato di san Giovanni Paolo II in materia di abusi commessi da chierici. La dichiarazione di 1.600 parole mette in relazione le critiche alla sua gestione dei casi di abusi con gli sforzi per minare l’eredità del papa polacco che ha guidato la Chiesa dal 1978 al 2005.

Secondo i vescovi, “la causa principale dell’assalto mediatico a san Giovanni Paolo II e al suo pontificato è l’atteggiamento dei media nei confronti del suo insegnamento espresso, ad esempio, in encicliche come Redemptor hominis o Veritatis splendor, così come nella sua teologia del corpo, che non corrisponde alle ideologie contemporanee che promuovono l’edonismo, il relativismo e il nichilismo morale”.

I vescovi confutano in modo dettagliato le affermazioni secondo cui Giovanni Paolo II – canonizzato da papa Francesco nel 2014 – sarebbe stato indifferente agli abusi clericali. In realtà “ha adottato misure decisive contro i casi di abuso sessuale di bambini e minori da parte di alcuni ecclesiastici e ha introdotto norme di responsabilità per tali crimini in tutta la Chiesa”.

Non è la prima volta che i vescovi polacchi scendono in campo per difendere la memoria del loro celebre connazionale. Sulla scia del Rapporto McCarrick, il presidente della Conferenza episcopale polacca, l’arcivescovo Stanisław Gądecki, ha pubblicato un’ampia dichiarazione in cui insiste sul fatto che l’ex arcivescovo di Washington Theodore McCarrick aveva “cinicamente ingannato” un papa la cui “massima priorità” era la salvaguardia delle vittime.

Perché ora? La dichiarazione dei vescovi fa seguito alla pubblicazione di un libro che critica la gestione dei casi di abuso da parte del papa polacco: Il libro è Bielmo. Co wiedział Jan Paweł II (Bielmo: cosa sapeva Giovanni Paolo II), del giornalista Marcin Gutowski.

Il libro, basato su materiale raccolto da Gutowski per una serie sul canale televisivo TVN24, ha suscitato sia critiche sia elogi tra i cattolici polacchi: alcuni lo hanno descritto come un attacco a Giovanni Paolo II, altri come un atto di ricerca della verità.

Don Adam Żak, coordinatore dei vescovi polacchi per la protezione dei bambini e dei giovani, ha detto di non ritenere che il libro contribuisca a una seria discussione in Polonia sul processo decisionale di Giovanni Paolo II: “Mi dispiace, ma non vedo alcuna discussione”, ha dichiarato all’agenzia di stampa cattolica polacca KAI. “La discussione sarebbe possibile se ci fosse la volontà di comprendere la persona di Giovanni Paolo con i suoi condizionamenti e i suoi errori, ma anche con i suoi successi e la sua grandezza”.

Non molto tempo dopo l’ultimo intervento dei vescovi polacchi, il giornalista olandese Ekke Overbeek ha affermato di aver scoperto prove che il futuro papa – allora l’arcivescovo Karol Wojtyła – coprì abusi mentre era alla guida dell’arcidiocesi di Cracovia dal 1964 al 1978: “Ho trovato casi concreti di sacerdoti che hanno abusato di bambini nell’arcidiocesi di Cracovia, dove il futuro papa era arcivescovo. Il futuro papa ne era a conoscenza e tuttavia trasferì quegli uomini. Questo ha portato a nuove vittime”, ha affermato Overbeek, che ha trascorso due anni a esaminare gli archivi polacchi e il prossimo anno pubblicherà anch’egli un libro sulle sue scoperte, intitolato Maxima culpa.

Nel frattempo, i media polacchi riferiscono che il Vaticano sta esaminando la gestione dei casi di abuso nell’arcidiocesi di Cracovia negli anni Sessanta e Settanta.

Il quotidiano Rzeczpospolita ha citato una fonte senza nome che ha dichiarato: “Si sapeva che prima o poi ci sarebbero state domande sul periodo della vita di Wojtyła prima del pontificato. E stanno già emergendo. È questo il motivo dell’inchiesta e della ricerca storica. Il Vaticano vuole essere pronto a rispondere, perché le questioni sono delicate e sensibili”.

Il dibattito sulla conoscenza e sulla risposta di Giovanni Paolo II ai casi di abuso continuerà sicuramente nel 2023, e probabilmente molto oltre, con particolare intensità nella sua patria.

Fonte: pillarcatholic.com

 

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