Testimonianza / Dal Libano alla Finlandia. Io il presepe lo faccio così

Cari amici di Duc in altum, dopo le testimonianze sui presepi pubblicate qui e qui, eccone una speciale.  Maroun Tayar, libanese che ha studiato in Italia, scrive dalla Finlandia.

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di Maroun Tayar

Caro Valli,

sono di origine libanese e nel 1989 ho lasciato il Libano per andare a studiare e poi lavorare a Firenze nel settore alberghiero. Nel 1992 mi sono sposato con una finlandese, abbiamo tre figli (due maschi e una femmina), e nel 1996 mi sono trasferito in Finlandia, perché purtroppo in Italia il governo non aiuta le famiglie. Infatti in Finlandia mia moglie ha potuto stare a casa con i bimbi per tre anni senza perdere il lavoro.

Essendo un cristiano maronita (per questo mi chiamo Maroun), sono sempre stato affascinato e innamorato del presepe. In Libano avevamo un presepe che aveva la forma di una grotta con un buco sul tetto a forma di stella, dal quale veniva una luce sopra il bambino Gesù.

C’era anche l’albero, e mia madre me ne spiegava il significato. Contrariamente a quello che dicono ora tanti preti, mia madre non mi diceva che l’albero di Natale è di origine pagana e bla bla bla. Invece mi spiegava che il Nostro Signore Gesù Cristo ha detto che il Regno di Dio è come un seme che cresce e diventa un albero grande (Marco 4:26-34). Lei mi diceva: “Ecco, quest’albero è un simbolo della Chiesa, il corpo mistico di Gesù, le luci siamo noi (dobbiamo esserlo, come tutti i santi), le decorazioni sono i frutti belli e buoni dei cristiani che sono membri del corpo di Cristo”. E poi mi spiegava una cosa molto importante: non si può separare il Capo dal corpo, per questo non si può a Natale esibire solo un albero senza il presepe, perché una Chiesa senza Cristo non è una Chiesa.

In Finlandia, paese non cattolico ma luterano, il presepe non è mai stato molto importante, ma trent’anni fa se ne poteva vedere qualcuno. Ora invece non più.

Io comunque, per anni e anni, ho continuato a cercare le statuine e tutti gli altri oggetti del presepio. La Provvidenza ha voluto che lavorassi in una missione luterana: primo e unico cattolico che vi avesse mai collaborato. E là c’era un bazar dove vendevano un po’ di tutto, incluse delle statuette del presepio, e non costavano poco.

Ho cominciato a comprare qualche personaggio e ogni anno il mio presepe cresceva e diventava sempre più bello. Il mio vicino di casa mi ha aiutato assieme a suo cugino per la costruzione della stalla di legno, bellissima, pezzo per pezzo. Infatti, mi piace andare in giro sempre cercando le cose belle. Una volta ho trovato delle persiane in legno, le ho comprate e tagliate a pezzi, ho fatto delle punte e le ho sistemate come tegole sul tetto del mio presepe.

Ogni anno non vedo l’ora che arrivi il Santo Natale per esibire il mio bellissimo presepio che continua a crescere (ormai quasi cento pezzi). E se dovesse continuare a crescere, forse terrò una stanza tutta per il presepe.

Credimi, Aldo Maria: durante l’Avvento non guardo più la televisione, ma ammiro il mio presepe, muovo le statue e gli animali, accendo le lampadine, faccio arrivare nuovi cammelli, nuove pecore, bianche e nere. E ho anche un lupo, che per me è il simbolo del diavolo sconfitto. Insomma, ho un po’ di tutto, incluso gli angeli. Ogni volta che leggo il Santo Vangelo, e scopro un personaggio nuovo, vado subito in cerca di quel personaggio o di qualcosa di simile per aggiungerlo al mio presepio.

Ho visto tanti bei presepi, specie a Napoli, ma mi devi credere se dico che il mio presepino è molto più bello! Nel mio cellulare ho delle foto che mostro a tutti quelli che mi conoscono, credenti e non credenti. Il presepio è anche un’opportunità per evangelizzare.

Spero di non aver parlato troppo. Buon Natale a lei e a tutti i lettori e collaboratori di Duc in altum!

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Sopra al titolo, una foto del presepe di Maroun

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