Lettera / Benedizione delle case su appuntamento. Favorevoli o contrari?

Caro Aldo Maria Valli,

di solito dalla buchetta della posta del condominio romano nel quale vivo ritiro per lo più foglietti pubblicitari di pizzerie con consegne a domicilio, centri estetici e altre comunicazioni commerciali.

Periodicamente tra questi volantini colorati trovo le buste bianche delle bollette delle utenze e delle rate del condominio. Per il resto, la mia corrispondenza è ormai prevalentemente elettronica.

Giorni fa però nel consueto svuotamento della cassetta mi imbatto in un foglietto bianco (che allego).

Apro la cassetta e mi accorgo che proviene dalla vicina parrocchia. Lo leggo e rimango perplessa per qualche secondo.

Si tratta di un modulo da compilare per prendere l’appuntamento per la benedizione pasquale delle case. Una novità post pandemia, che sostituisce il consueto avviso affisso sul portone del condominio con un’unica data.

Il parroco probabilmente ha pensato così di ottimizzare i giri dei sacerdoti nel quartiere, onde evitare perdite di tempo .

Del resto di questi tempi è facile incorrere in persone irascibili che potrebbero non gradire il passaggio del prete nella propria casa o addirittura ritenerlo un pericolo di contagio, dunque meglio andare sul sicuro.

La domanda che mi faccio però è questa: ha senso un’azione pastorale della Chiesa per appuntamento?

Mi piacerebbe condividere questa mia perplessità con i sui lettori.

Un cordiale saluto

Liliana De Angelis

Roma

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