Lettera / La Comunione in bocca e il caso serio del cristianesimo

Carissimo Aldo Maria,

ho letto sul tuo blog la lettera della signora Mariana Timpone (e anche la risposta impeccabile, a mio giudizio, di Fabio Battiston) e ora, sollecitata dai suoi pensieri, sento la necessità di esprimere anch’io il mio parere perché la garbatissima e sincera lettera della signora Mariana non mi convince del tutto.

Da una ventina di giorni sono entrata a far parte del gruppo degli Alleati dell’Eucaristia fondato da Veronica Cireneo e Valter Tuninetti, anche a nome dei quali e di tutti gli Alleati parlo.

Le ragioni che hanno spinto a costituire questo gruppo sono state dettate dalla necessità di rimettere al centro della vita Gesù Cristo e massimamente il suo sacrificio per la nostra salvezza.

Il «caso serio del cristianesimo» come dice Hans Urs von Balthasar «è uno solo: la Croce di Cristo. Sulla Croce si manifesta la “Gloria” di Dio, il quale nella morte di Cristo si rivela come Amore che per gli uomini ha sacrificato il Figlio suo. Il caso serio è dunque l’essenza del cristianesimo. Il caso serio è il criterio per la vita della Chiesa».

Allora, visto il caso serio, diviene necessario rimettere al centro della vita umana il Sacramento dell’Eucaristia perché Cristo rimanga in noi e ci salvi dai nostri peccati.

Ed ecco le riflessioni che rivolgiamo a Mariana Timpone.

*

Cara Mariana, cara sorella in Cristo,

mi chiamo Laura Liberini, sono nata 66 anni fa a Roma e qui vivo.

Attualmente sono ancora allo stato di “lavori in corso” per la mia conversione! Quindi le mie parole vanno “prese con le pinze” essendo un parere personale liberamente opinabile.

Come capirai (mi permetto di darti del tu), non ho alcuna preparazione dottrinale né tanto meno teologica che venga in mio aiuto, ma negli ultimi vent’anni, dopo una vita passata nell’indifferenza totale riguardo al Trascendente, ho pian piano iniziato, solo grazie a Dio, a comprendere che è fondamentale porre Cristo al centro della propria vita, è fondamentale porre il Sacramento dell’Eucaristia al centro del proprio cuore!

L’Eucaristia è Sacramento fondamentale e come tale deve incutere sacro timore. Se si parte da questo si comprende quanto sia sbagliato, dissacrante, da parte dei fedeli, toccare con mano il Santissimo Sacramento al quale spetta la latrìa dovuta a Dio, contenendo realmente il Corpo e il Sangue di Cristo. Quindi a parere mio, così come degli Alleati dell’Eucaristia ed essenzialmente di chi ha Fede, non è affatto la stessa cosa prendere la particola con la mano o sulla lingua. Secondo questo stesso ragionamento, voltarsi, rifiutando di prenderla in mano, e tornare al proprio posto per recitare la Comunione spirituale non è, ancora una volta, mancanza di rispetto ma segno di grande devozione: io, peccatore, non posso toccare con mano il Corpo di Cristo perché sono indegno. E questo comportamento non sarebbe frutto del capriccio di qualche eccentrico guastafeste!
Dómine, non sum dignus, ut intres sub tectum meum…” recitano tre volte il Sacerdote e tre volte l’assemblea nella Santa Messa apostolica.

Tu dici: “Il problema della modalità con cui viene presa (o meglio data) è soltanto il sintomo di una malattia molto più profonda: la Fede!“. Nulla di più vero! E poi, da questo punto, tu affermi che il problema maggiore deriva dalla fede incerta o totalmente assente nei sacerdoti! Ancora una volta hai ragione! Non v’è dubbio che la maggior parte del clero, di questi tempi, mostra di aver perso la fede in Cristo e che, di conseguenza, predica catechizzando una fede errata (tu non hai dubbi che i preti sappiano di teologia, io invece nutro serie perplessità in merito).

In tal modo, temo che i fedeli siano a loro volta, in gran parte, dotati di una fede traballante se non assente del tutto.

I tempi che viviamo, secondo me, sono tempi bui di allontanamento da Cristo, spesso di apostasia fino all’avversione violenta (come dimostrano gli indegni attacchi, scomposti e blasfemi che gli Alleati hanno ricevuto in questi giorni; reazioni violente che sorgono frequentemente quando si lavora per l’Avvento del Regno di Dio in una società scristianizzata che non di rado usa il nome di Cristo solo per interessi personali). Troppe cose sacre sono fatte oggetto di vilipendio, distrutte, profanate. Quasi ogni giorno, nel mondo, chiese vengono date alle fiamme, statue religiose sono distrutte, arredi sacri lordati, ostie consacrate rubate magari per “officiare” messe nere. Spesso, molto più di un tempo, sento bestemmiare in strada e la gente parla sempre meno di Gesù e della Santa Madre di Dio, e diversi giovani si allontanano dalla religione. Il brutto prende il sopravvento sul bello.

In questo clima, come detto, la gran parte dei sacerdoti non fa nulla per riportare le pecore smarrite all’ovile, anzi predica una religione all’acqua di rose, smielata, alla “volemose bbene“, come diciamo noi a Roma, e la liturgia la sviliscono fino a farla assomigliare a una noiosa riunione condominiale!
E così sembra che la Chiesa, per gran parte, non creda più al “caso serio”. Solo a guardare le file per prendere la Comunione cadono le braccia! Gente che chiacchiera, mani in tasca, sguardi spersi attorno che tradiscono pensieri rivolti, che so, a quale strada fare per incontrare gli amici dopo la Messa, e poi prendono la Sacra particola come fosse il biglietto della metro, senza alcuna attenzione, distrattamente.

Però, per Grazia di Dio, in tutta questa indifferenza, sciatteria, superficialità, disattenzione al Corpo di Cristo, Lui, Gesù, rimane presente, fermo: “Stat crux dum volvitur orbis“. Gesù è “Io sono” e non perde la fede in noi, sa sin dal principio che siamo “polvere pomposa” e, quando un sacerdote 3.0, con stola arcobaleno e idee ecologiste in testa, consacra la particola, quell’ostia, per volontà di Dio, diviene comunque Santissimo Sacramento. Se i sacerdoti e i “fedeli” avessero fede vera, dovrebbero provare il massimo rispetto di quel pezzetto di pane azzimo consacrato, e quindi la distribuzione dell’Eucaristia avverrebbe come per secoli è avvenuta: in ginocchio, a mani giunte e sulla lingua!

Tu dici che non bisogna “mettersi in aperto contrasto con i nostri pastori”, ma se i nostri pastori ci danno in pasto al lupo, perché non farglielo notare anche con una certa fermezza, senza protervia o maleducazione, ma con fermezza? Oppure se a Messa vediamo che le persone attorno a noi prendono Gesù con la mano, rischiando di disperderne frammenti a terra, e che poi possono essere calpestati, perché non farglielo notare, magari dando l’esempio, inginocchiandosi a mani giunte e aprendo la bocca?

Sacerdoti o persino papi eretici, atei, tiepidi e fornicatori non sono mai mancati nei secoli di storia della Chiesa, solo che fino a un certo punto hanno seguito la corretta dottrina e rispettato la liturgia di sempre. Il problema di ora è che tutti i cristiani, nella maggior parte, consacrati o meno, non credono più in Cristo, pensano con la propria testa e credono che nulla dell’azione liturgica di sempre sia importante e vada conservata.

Tu dici che “se i nostri sacerdoti e i nostri vescovi non credono più… è inutile anche discutere” e aggiungi: “Ma se, come penso, credono che in quel pezzo di pane consacrato vi è l’immensità di Dio allora si può partire con le domande: non rimproveri, non prediche!”. Ebbene, ti rispondo che se i sacerdoti credessero incrollabilmente che nella particola c’è intero il Santissimo Corpo, Sangue e Vita di Cristo, quali domande ci sarebbero da rivolgere loro? Se invece non credono, non c’è da porre domande, né da scrivere lettere. Meglio l’esempio silenzioso, rispettoso ma fermo. Un esempio che, ripetuto nel tempo e da più persone, forse può riuscire dove le parole finiscono nel nulla. Il risultato preziosissimo sarebbe la Salvezza delle anime e l’Avvento del Regno di Dio!
Concludo dicendo che, con te, biasimo chi si scaglia con impeto contro i sacerdoti. Come detto, serve a poco, se non addirittura a ottenere un effetto contrario. Ribadisco però che è necessario legittimare con il proprio esempio ciò che è dovuto a Gesù Eucaristico: la sua Adorazione. E ciò può avvenire mettendosi in ginocchio spontaneamente senza previo accordo, come fanno i più audaci tra noi, con ottimi successi, oppure accordandosi col sacerdote preventivamente. Entrambi sono metodi ben accetti e finalizzati per la serena pratica dell’Adorazione di Dio: questo è l’unico scopo degli Alleati dell’Eucaristia e, con loro, dovrebbe esserlo di tutti i cristiani che hanno compreso il “caso serio”.
Ti abbraccio rimanendo unita nella preghiera!

Laura Liberini con i fondatori e amministratori di Alleati dell’Eucaristia

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