E gli scout cattolici abbracciano l’ideologia di genere

I vertici dell’Agesci hanno inviato una mail agli associati in cui si invita ad aprire alla dicitura “genitore 1” e “genitore 2″.

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di Francesco Curridori

L’Agesci sostiene l’ideologia gender. I vertici dell’associazione che riunisce gli scout cattolici hanno inviato lo scorso 10 marzo una mail a capi, assistenti ecclesiastici e associati, in cui si invita ad aprire alla dicitura “genitore 1” e “genitore 2″.

“Caro capo, la mozione numero 55 approvata lo scorso Consiglio generale ha chiesto all’Associazione di avviare un percorso di riflessioni e testimonianze di esperienze di capi ed ex capi che abbiano voglia di raccontare o raccontarsi rispetto all’identità di genere e all’orientamento sessuale”, si legge nella missiva in cui si fa riferimento a una mozione intitolata Identità di genere e orientamento sessuale e approvata dal Consiglio generale che si è riunito nel 2022 in sessione ordinaria a Sacrofano, in provincia di Roma. In questo documento si cita la Costituzione conciliare Gaudium et spes (1965), la presa di posizione dall’ex Sant’uffizio sulla cura pastorale delle persone omosessuali (1986) e l’enciclica Amoris laetitia (2016). Tutti richiami che consentono ai promotori di questa iniziativa di scrivere: “Ci riconosciamo come membra vive della Chiesa […] desideriamo accogliere l’invito e le raccomandazioni del magistero e partecipare al cammino della Chiesa”.

Oltre a questa mozione, ai capi Agesci è stata inviata una lettera firmata dalla Commissione Identità di genere e orientamento sessuale con cui si raccomanda di dare spazio a “testimonianze, esperienze, racconti, riflessioni e tentativi educativi; storie personali di R/S maggiorenni” sulle persone LGBTQ e “sulla propria identità di genere”. Ma non solo. Infatti lo scorso dicembre, sulla modulistica presente sul sito dell’Agesci, è comparsa una nuova voce, “potestà genitoriale”, che offre tre opzioni. La prima di queste, contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, è “genitore 1 e genitore 2”, termini che sostituisono i classici “padre e madre”. Le altre due alternative erano “unico genitore”’ e ‘tutelato/rappresentato”.

Una deriva pro-gender che, come denuncia la Onlus Pro Vita e Famiglia, si discosta dagli insegnamenti della Chiesa. “L’associazione cattolica Agesci parla apertamente di identità di genere, nonostante il Magistero della Chiesa e lo stesso Papa Francesco abbiano denunciato a più riprese il rischio educativo, in ultimo qualche giorno fa, quando il Papa in un’intervista a La Nacion ha definito l’ideologia gender ‘una delle colonizzazioni ideologiche più pericolose’”, dice Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus che si domanda: “Cosa insegneranno i capi a bambini e adolescenti? Che ognuno potrà percepirsi di qualsiasi genere a prescindere dalla propria realtà biologica maschile e femminile? I genitori lo sanno?”.

Fonte: ilgiornale.it

 

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