Lettera / Così noi, Alleati dell’Eucaristia, abbiamo indotto un sacerdote a porgere la Comunione in modo degno

Ricevo da un’Alleata dell’Eucaristia.

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Caro Valli,

sono Laura, faccio parte degli Alleati dell’Eucaristia, scrivo da Udine e desidero raccontare brevemente quanto accaduto domenica 30 aprile al Santuario Madonna di Rosa a San Vito al Tagliamento.

Luogo di preghiera e penitenza, il santuario è sempre stato meta di pellegrinaggi e fino a qualche anno fa ogni fedele aveva la possibilità di trovare una Santa Messa degnamente celebrata, la disponibilità di un confessore e anche un frate con cui parlare. Durante il periodo Covid c’è stata però una sconcertante svolta: assurde restrizioni e abusi eucaristici che mi hanno costretta a non frequentarlo più.

Ora la cosiddetta emergenza è terminata, ma dagli Alleati dell’Eucaristia e del Vangelo, gruppo del quale io stessa faccio parte, ho appreso che gli abusi purtroppo continuano e che dall’ambone, durante ogni omelia, ancora adesso viene ricordata la proibizione tassativa di ricevere la santa Comunione sulla bocca.

Di qui la decisione: domenica 30 aprile, nella solennità di san Pio V, otto di noi si sono dati appuntamento per partecipare alla santa Messa celebrata dal priore e chiedere di ricevere la Comunione sulla lingua.

Arrivato il momento della Comunione, i frati si sono igienizzati accuratamente le mani e, indossata la mascherina, si sono avvicinati ai fedeli in fila. Tutti hanno ricevuto l’Ostia sulla mano, ma noi, rimasti per ultimi, ci siamo presentati a mani giunte e in ginocchio.

Di fronte a mio marito, il primo del nostro gruppo, il sacerdote è rimasto per qualche istante sconcertato. Poi ha fatto cenno di porgere le mani, ma mio marito ha risposto di no. Al che il priore si è deciso e gli ha dato la Comunione sulla lingua. Per gli altri sette, stessa scena, con il priore che ha mantenuto una tale distanza da far temere che l’Ostia potesse cadere a terra.

Avreste dovuto vedere la faccia del sacerdote! Sembrava dicesse: “Ma quanti siete? Ora basta!”.

Noi siamo usciti dal santuario con il cuore colmo di gioia. Era la prima volta che ci incontravamo, ma ci siamo subito sentiti fratelli nella fede, nel nome di Cristo.

Come abbiamo da sempre intuito, sostenuto e dichiarato, e come i fatti dimostrano, presentarsi per gruppetti a mani giunte e in ginocchio, per ricevere la santa Comunione degnamente, dà frutti: a volte si può essere rifiutati, ma spesso anche i sacerdoti più riottosi cedono, e altri fedeli trovano il coraggio.

Preghiamo per avere un numero sempre più grande di operai nella vigna del Signore, perché gli Alleati dell’Eucaristia raggiungano tutte le città e gli abusi abbiano fine.

Laura

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