Cronache dal clero / Caro Aldo Maria, ti scrivo. Gmg? No grazie! Preferisco conservare la fede

di padre Mario Begio

Caro Aldo Maria,

l’estate, i campi estivi e un po’ di altre cosette mi hanno distratto dalle nostre Cronache. Non una grande perdita, ad essere sinceri. Ma siccome qualche affezionato lettore c’è sempre, un po’ per lui, un po’ per te e un po’ per il gusto di scrivere, rieccoci qua.

Oggi sono a lodare il Modello Medievale. Ci ho riflettuto in queste stancanti settimane di oratorio (a dire il vero, alla mia veneranda età sto dietro le quinte, ma proprio per la mia veneranda età anche il dietro le quinte è stancante): come erano belli gli oratori nel Medioevo!

Tu mi dirai: nel Medioevo non c’erano oratori. Hai ragione, tieni l’esempio con beneficio d’inventario.

Dicevo: come erano belli gli oratori nel Medioevo! Si facevano giochi e attività e si dicevano le preghiere. Quelle preghiere, quegli insegnamenti, quelle tradizioni impiantate da qualche santo o martire o taumaturgo che la gente continuava a venerare, fosse esistito o meno non interessava. E il vescovo passava ogni tanto per le Cresime – ma non in estate, sia per il caldo sia perché tutti impegnati all’oratorio – e ripeteva le solite cose più o meno note a tutti. E tra queste cose c’erano i misteri della vita di Cristo, triti e ritriti, senza grandi avventure teologiche, ma almeno senza debordate eretiche. E ogni secolo e mezzo passava un inquisitore per verificare che non si fossero insinuate delle eresie. E infine il Papa: chi è il Papa? Il vicario di Cristo. Sì, ma chi è? qual è il Papa? E cosa ha detto? Boh, un Gregorio o un Sisto. E avrà ripetuto le cose del vangelo. Che altro? Pater, Ave, Gloria e tutti in cascina ad aiutare i nonni col bestiame e col fieno!

Come erano belli gli oratori nel Medioevo!

Oggi invece le cose sono cambiate. I Papi anzitutto cambiano nome, cercano nomi originali. Poi il don Cosetto di turno non fa in tempo a chiudere una predica, un ritiro, un articolo sul Bollettino settimanale che da Roma arrivano novità: teologiche, politiche, ecologiche. Sono così tante che non ci si sta dietro. Io per esempio sono eretico di sicuro, perché mi mancano almeno tredici mensilità di aggiornamenti vaticani.

Non faccio in tempo a rialzare la testa da un mese di oratorio festivo, che mi trovo un nuovo prefetto del Sant’Uffizio che dichiara cose forsennate e sento un futuro cardinale che sconfessa la sequela di Cristo. È così. Monsignor Americo Aguiar avrebbe proprio dichiarato: “La Gmg è un grido di questa Fraternità universale, vuole essere una scuola pedagogica per vedere il gusto e la gioia di conoscere il diverso. Il diverso deve essere inteso come una ricchezza. Cattolici, non cattolici, religiosi, con la fede, senza la fede: la prima cosa è capire che la diversità è una ricchezza”. Aguiar è matto. La ricchezza è Cristo, mica la diversità. Il resto son balle. E sì che i nostri giovani han già tanto di quel nulla in testa, a causa di montagne di sciocchezze che si bevono tra social e media e scuole laiciste. Era proprio necessario che noi ci mettessimo del nostro a peggiorare le cose?

Bah. Nel Medioevo non c’erano le Gmg! E un paio di educatori mi fanno: “Don Mario, ma perché noi non abbiamo partecipato alla Gmg?” In realtà credo sia per la pigrizia del prete giovane, che però in questo caso torna utile. Gli rispondo: “Perché la vera ricchezza della gioventù cristiana potete trovarla tutta qui, nella vostra parrocchia”. E penso: almeno qui non ve la strappano come faranno a Lisbona.

Come erano belli gli oratori nel Medioevo!

E mi fermo qui. Per oggi.

25.continua

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