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Investigatore Biblico / “Poveri” al posto di “mansueti”. Un’altra forzatura della Bibbia Cei

di Investigatore Biblico

Oggi prendiamo in esame un versetto in cui, come al solito, Cei 2008 esce dalla tradizione-traduzione per scegliere un termine quasi prevedibile. Perdonerete la polemica, amici lettori. Tuttavia, eccone i motivi.

Il testo è il Salmo 34 al versetto 3b.

Cei 1974: “Ascoltino gli umili e si rallegrino” (Sal 34,3b)

Vulgata: “Audiant mansueti et laetentur” (Sal 34,3b)

Cei 2008 : “I poveri ascoltino e si rallegrino” (Sal 34,3b).

Prima di addentrarci nella differenza tra umiltà e povertà, andiamo a leggere il versetto in ebraico traslitterato: “Jishme’u ‘anawim wejismàchu”.

Il termine in questione è “ ‘anawim” (l’accento prima della lettera Alef sta a indicare la prima lettera di questo termine che è Ain).

Ebbene, cosa significa ‘anawim?

Il primo significato indicato dal vocabolario Reymond è “oppresso, maltrattato, umile…”, e per ultimo “povero”.

Il rabbino Dario Disegni, nella traduzione dei Salmi (edizioni Giuntina), traduce con “umili”. San Girolamo nella Vulgata ha tradotto con “mansueti”. Ed è, a mio parere, perfetto. Per quale motivo, dunque, Cei 2008 converge su “poveri”?

Di per sé non è errato, qualora si intenda la povertà interiore, quella spirituale. Tuttavia, in questi tempi segnati, nella pastorale della Chiesa, da un focus eccessivo sui temi sociali, dimenticandosi spesso del lato spirituale (basta assistere alle omelie di molti sacerdoti), viene da chiedersi se il senso che il traduttore abbia voluto dare non sia proprio quello del povero in senso stretto.

Un po’ come quando sentiamo parlare di un san Francesco animalista, pacifista, un po’ sinistrorso e, chissà, magari con qualche tattoo.

Questa eco non è poi così recente: ricordate la  “teologia della liberazione” del “buon” Leonardo Boff, tanto combattuta da san Giovanni Paolo II? Il rischio della deriva è molto facile.

Dovete dare atto che la parola povero (colui che non ha beni), può essere soggetta a fraintendimenti, oggigiorno.

Nel Salmo, per inciso, poco dopo il versetto in esame, viene fatto un riferimento esplicito ai ricchi. Ma leggete bene cosa recita: “I ricchi impoveriscono e hanno fame, ma chi cerca il Signore non manca di nulla”.

Un povero (in senso materiale) malvagio e invidioso sarà meglio di un ricco che ha un cuore d’oro? Il Salmo, infatti, pronuncia questa frase, a un certo punto: “Preserva la lingua parole bugiarde, Sta’ lontano dal male e fa’ il bene, cerca la pace e perseguila”.

La parola inglese focus è molto utile a comprendere questo ragionamento. Esiste il rischio di un accanimento ossessivo solo sul tema sociale all’interno della Chiesa di oggi?

Vorrei solamente puntualizzare e far meditare ciò che ha detto Gesù: “I poveri li avete sempre con voi, ma non sempre avete me” (Mc 14,7).  E qui Gesù intendeva i poveri in senso materiale, vista l’obiezione fattagli sull’unguento costoso.

Va tenuto conto che la povertà peggiore non è quella materiale, ma è quella della mancanza di fede, della mancanza di Gesù. La povertà vera non è la mancanza di denaro. Ma la mancanza di Dio.

Detto questo, non sono a negare l’importanza di aiutare i poveri, per carità. Torno di nuovo a evidenziare la parola focus, certo che comprenderete la mia dissertazione.

Per questo, tornando alla traduzione, il significato del Salmo regge pienamente con la parola umili: “Ascoltino gli umili!”. Occorre essere umili per entrare in un ascolto vero della Parola di Dio. Per accumulare tesori in Cielo.

Invito tutti a meditare questa Parola dell’Apocalisse, che ci aiuta a comprendere meglio qual è la vera povertà:

Così parla l’Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio: 15 Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! 16 Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca. 17 Tu dici: ‘Sono ricco, mi sono arricchito; non ho bisogno di nulla’, ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo. 18 Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco, vesti bianche per coprirti e nascondere la vergognosa tua nudità e collirio per ungerti gli occhi e ricuperare la vista. 19 Io tutti quelli che amo li rimprovero e li castigo. Mostrati dunque zelante e ravvediti. 20 Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me (Apocalisse 3,14-20).

Fonte: investigatorebiblico.wordpress.com

 

Aldo Maria Valli:
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