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“Veni Sancte Spiritus”… che c’è un sacco di lavoro da fare

di Rita Bettaglio

Stamattina ho pregato il Veni Sancte Spiritus per chiedere la Sua assistenza per me, per le persone care, per la Chiesa tutta. Mentre pregavo, assaporavo le parole di questa splendida sequenza.

Non ho potuto fare a meno di riflettere su di esse e domandarmene ragione.

Manda dal cielo un raggio della Tua luce: Dio solo sa quanto ne abbiamo bisogno… La Chiesa è avvolta nelle tenebre o, meglio, percorsa da lampi d’insana dottrina che pretendono di accreditarsi come angeli di luce.

San Paolo ci mette in guardia: “Questi tali sono falsi apostoli, operai fraudolenti, che si mascherano da apostoli di Cristo. ciò non fa meraviglia, perché anche satana si maschera da angelo di luce” (2Cor 11, 13-14).

Ne vediamo tanti, in ogni dove, da ogni pulpito, specie quelli più elevati e che dovrebbero confermare nella fede.

Consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo.

Abbiamo il consolatore perfetto. Ne siamo certi, perché Nostro Signore lo ha promesso e realizzato. E la Chiesa, che amministra la multiforme grazia di Dio, non potrà mai esserne priva e continuerà trasmetterlo ai fedeli in particolare per mezzo dei sacramenti. Solo ne ignoriamo il modo, se i preti sono sempre (volutamente) meno e le parrocchie verranno date ai laici (quali?).

Allora perché Egli, terza persona della Santissima Trinità, pare quasi assente dalle parole e dalle azioni dei pastori? Si usa, certo, la parola “spirito”, ma a quale spirito si fa riferimento?
Sant’Ignazio di Loyola nel suo libro degli esercizi spirituali, definito da papa Pio XI nella Meditantibus nobis il “codice di cui deve far uso ogni buon soldato di Gesù Cristo”, ci dà le regole per il discernimento degli spiriti. Ne troviamo un utilissimo commento nell’agile Regole per il discernimento degli spiriti di padre L.M Barrielle.

Nella fatica, riposo; nella calura, riparo; nel pianto, conforto.

Abbiamo una necessità estrema di riposo, riparo e conforto. Un tempo, quando si era angosciati, si andava in chiesa, in qualunque chiesa, e si trovava sempre un sacerdote.

Vi ricordate le lucette nei confessionali per indicare la presenza del prete e il campanello per chiamarlo? Che fine ha fatto tutto questo? Tu suonavi e dopo poco arrivava un sacerdote, con la sua veste, spesso lisa, e ti diceva: “Dimmi, figliolo”. E tu, già con quello, ti sentivi meglio perché lo sentivi padre.

E ora? Porte sbarrate, aperture contingentate, celebrazioni lampo (finché ci saranno), confessioni (se proprio insistete con queste fissazioni) su appuntamento. Eh, sì: neanche un prete per chiacchierar…

O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli.

Sì, Spirito Santo, invadi il nostro cuore, perché sta proprio ai minimi storici. Cerchiamo per ogni dove chi rifletta un raggio della Tua luce, ma… è così raro…

Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato. Carissimo Spirito Santo (scusa la confidenza), davvero hai davanti un superlavoro. Perché di idee e prassi sviate ce n’è una montagna in questa fantasmatica chiesa sinodale. E più si parla d’inclusività, di “tutti, tutti, tutti” più un misero tapino che creda ancora al Catechismo trova un muro di rigidità e di gelo.

Dona ai tuoi fedeli, che solo in te confidano, i tuoi santi doni.

Solo in Te, Spirito Santo, confidiamo. Non in noi stessi, perché siamo miseri e infelici. Non nei pastori, perché ci lasciano in preda ai denti aguzzi delle fiere, che ghermiscono le nostre anime. Ti chiediamo i tuoi santi doni. Non per nostro vantaggio, ma per resistere a questa buriana e salvare le anime per cui Nostro Signore versò il Suo preziosissimo Sangue.

Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna.

Questo è ciò che importa, quello per cui ti preghiamo. Si affrettino altri a costruire idoli, io non spanderò le loro libazioni di sangue né pronunzierò con le mie labbra i loro nomi (Sal 16).

Il senzosso è infernale e stupido allo stesso tempo: non riuscirete mai a catturarlo usando la maniera forte e se, dopo esservi schiaffeggiati la fronte o le guance o il collo duemila volte, riuscirete ad azzeccare un senzosso, bisogna pensare a un miracolo. Il senzosso va preso di spalle.

Parola di don Camillo (da: Giovannino Guareschi, Chicco e altri racconti).

Decisamente il senzosso è un modernista con le ali…

 

 

 

 

 

 

Veni, Sancte Spíritus,
et emítte cǽlitus
lucis tuæ rádium.Veni, pater páuperum,
veni, dator múnerum,
veni, lumen córdium.

Consolátor óptime,
dulcis hospes ánimæ,
dulce refrigérium.

In labóre réquies,
in æstu tempéries,
in fletu solácium.

O lux beatíssima,
reple cordis íntima
tuórum fidélium.

Sine tuo númine,
nihil est in hómine
nihil est innóxium.

Lava quod est sórdidum,
riga quod est áridum,
sana quod est sáucium.

Flecte quod est rígidum,
fove quod est frígidum,
rege quod est dévium.

Da tuis fidélibus,
in te confidéntibus,
sacrum septenárium.

Da virtútis méritum,
da salútis éxitum,
da perénne gáudium.

Traduzione liturgica in lingua italiana

Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.

Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.

Consolatore perfetto,
ospite dolce dell’anima,
dolcissimo sollievo.

Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.

O luce beatissima,
invadi nell’intimo
il cuore dei tuoi fedeli.

Senza la tua forza,
nulla è nell’uomo,
nulla senza colpa.

Lava ciò che è sórdido,
bagna ciò che è árido,
sana ciò che sánguina.

Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.

Dona ai tuoi fedeli,
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.

Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.

 

 

Aldo Maria Valli:
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