Conversione in grande stile in Vaticano. Ma è quella ecologica

Leggo su Vatican News [qui] una notizia nel cui titolo compare la parola “conversione” e quasi mi prende un colpo. Vuoi vedere che qualcuno è rinsavito e si torna alle cose serie?

L’illusione però dura giusto il tempo di un battito di ciglia. La parola “conversione”, in effetti, c’è. Solo che è accompagnata dall’immancabile aggettivo “ecologica”.

Il sito di notizie dal Vaticano tiene infatti a rendere noto che nel piccolo Stato è stato avviato un “programma di mobilità sostenibile” la cui denominazione è, appunto, “Conversione Ecologica 2030”.

  1. Già. Come l’agenda dell’Onu. Del resto, i temi sono gli stessi.

Leggere per credere. L’articolo annuncia in pompa magna “l’avvio di una serie di iniziative e strategie di risparmio energetico per salvaguardare l’ambiente che si collocano nel quadro della Laudato si’ e della Laudate Deum”. Tra gli obiettivi: “Uso responsabile delle risorse, progetti di efficientamento energetico e riforestazione, smaltimento dei rifiuti”. Nel piano anche “cambiamenti nel parco auto dello Stato per ridurre le emissioni di CO2 grazie alla partnership con…” e segue nome di una famosa casa automobilistica

Non so se lo sapete, ma tutto questo impegno non nasce adesso. Bisogna considerare che “lo Stato della Città del Vaticano è impegnato da molti anni a promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso politiche ecologiche per salvaguardare l’ambiente e fornire strategie di risparmio energetico”. Infatti “è tra i primi Stati al mondo a perseguire progetti di sostenibilità cercando soluzioni innovative che aiuteranno a cambiare il modo di lavorare tenendo a cura la tutela della Casa Comune adottando progetti che, anche attraverso l’uso di tecnologie affidabili ed ecocompatibili, consentano di ridurre concretamente l’impatto dell’attività umana sull’ambiente”.

A parte la sintassi un poco zoppicante, resto sempre ammirato da queste dichiarazioni che con grande disinvoltura riescono a mettere in fila una sfilza di parole talismano (come le chiamava Plinio Corrêa de Oliveira), ovvero parole che suonano molto bene alle orecchie progressiste e la cui elasticità si presta a ogni discorso propagandistico, purché allineato con il pensiero dominante.

Apprendiamo così che lo Stato della Città del Vaticano intende al più presto e con determinazione “raggiungere la neutralità climatica attraverso il responsabile uso delle risorse naturali, l’attuazione di progetti finalizzati all’efficienza energetica e l’aggiornamento dei nostri asset tecnologici, la mobilità sostenibile, la diversificazione e l’approvvigionamento di prodotti energetici più puliti o alternativi per il trasporto, lo smaltimento dei rifiuti e lo sviluppo di futuri e concreti progetti di riforestazione”.

Oibò!

Certo, “raggiungere la neutralità richiederà investimenti in strutture tecnologiche utilizzando energie rinnovabili, procedendo a compensare le emissioni prodotte in un settore e riducendole in un altro, ma soprattutto promuovendo la mobilità elettrica e ibrida”. Ma a tutto penserà il “programma di sviluppo della mobilità sostenibile”.

Vabbè, l’articolo zeppo di parole talismano va avanti un bel po’ su questo registro, ma noi tagliamo corto.

Non ci resta che augurare buona conversione ecologica. Con la speranza che, in mezzo a tanto sforzo, resti un pochino di tempo per coltivare anche quell’altra conversione, che in fin dei conti nello Stato del papa dovrebbe contare ancora qualcosina.

A.M.V.

 

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