Vorrei un Papa…
Un lettore che preferisce non firmarsi, e ringrazia Duc in altum per il servizio alla Chiesa e alla Verità, mi ha inviato questa lettera intitolata Vorrei un Papa…
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Gentile Valli,
vorrei un Papa che visitasse le chiese del centro di Roma, che venerasse i martiri e i santi che vi sono sepolti. Un Papa che celebrasse nelle chiese stazionali, nei giorni in cui è previsto. Che in Quaresima andasse a Santa Croce in Gerusalemme e alla Scala Santa. Un Papa che riprendesse le visite nelle parrocchie, toccando i vari settori in modo equo, centro e periferie. Un Papa che il 29 giugno si recasse anche a San Paolo, che visitasse i luoghi di San Pietro e di San Paolo a Roma. Che onorasse nelle loro feste e nelle loro chiese san Filippo Neri, san Lorenzo, santa Francesca Romana, compatroni dell’Urbe.
Vorrei un Papa che celebrasse solennemente le feste mariane, che a Santa Maria Maggiore dicesse solennemente messa all’Immacolata e all’Assunta, che visitasse i santuari mariani di Roma, d’Italia, del mondo. Un Papa che il primo sabato del mese recitasse il rosario, con la sua voce, in ginocchio, in latino. Un Papa che ogni tanto andasse al Divino Amore, a Genazzano, alla Mentorella, che partecipasse una volta alla festa de Noantri, che facesse costruire un santuario alle Tre Fontane. Un Papa che andasse a celebrare i santi nelle loro feste, sulle loro tombe: che si recasse a Montecassino e a Subiaco.
Vorrei un Papa che ripristinasse la solenne processione del Corpus Domini e che la domenica dopo si recasse a Orvieto o a Lanciano o a Bolsena per onorare ancora il Santissimo.
Vorrei un Papa che durante la Settimana santa stesse in Coro; che, oltre alle celebrazioni del Messale, pregasse l’Ufficio divino, il venerdì e il sabato santo, con tutta la Curia. Un Papa che in quei giorni si stancasse tanto nel pregare, facesse compagnia al Signore che patisce e poi si riposasse una settimana a Castelgandolfo.
Vorrei un Papa che celebrasse di più la Liturgia delle Ore, che iniziasse l’anno liturgico con i Primi Vespri di Avvento, che celebrasse i Vespri di Natale e di Pasqua, o almeno vi assistesse. Un Papa che si recasse spesso nella sua cattedrale, almeno nei giorni dell’Ascensione, il 9 novembre, a San Giovanni. Un Papa che celebrasse anche la messa del giorno di Natale.
Un Papa che riscoprisse le ricchezze spirituali e artistiche di Roma e le proponesse ancora per l’oggi.
Vorrei un Papa che non avesse timore di vestirsi da Papa, che fosse umile e sobrio nella vita personale e splendido di fronte a Dio quando celebra. Un Papa che mettesse l’abito corale, le casule e le pianete, il mantello rosso. Un Papa che pretendesse dai preti e dai vescovi un abbigliamento degno, e l’abito talare, soprattutto quando lo incontrano. Un Papa che fosse tanto umile da inserirsi nella Tradizione che lo precede e lo segue, al di là dei gusti personali. Un Papa che abitasse nel Palazzo apostolico e tornasse a Castelgandolfo, perché il Papa ha bisogno di quiete, di riposo, di preghiera, di lavoro più disteso.
Un Papa che fosse ecologico nel proprio stile di vita, ritagliandosi tempi di contatto con la natura senza pregiudizi verso le vacanze. Un Papa che amasse il creato, che andasse in montagna.
Vorrei un Papa che celebrasse la Messa in Coena Domini a San Giovanni e che andasse un altro giorno, il mercoledì santo, ad esempio, in carcere o dai malati. Un Papa che visitasse spesso i suoi seminari romani, che passasse giornate intere al Laterano o invitasse i seminaristi per un pranzo in Vaticano. Un Papa che pranzasse ogni tanto con i suoi vescovi e i suoi parroci.
Vorrei un Papa che desse piena libertà alla Messa vetus ordo, che almeno una volta all’anno la celebrasse lui stesso, che favorisse il rito antico, che lasciasse liberi di scegliere. Che comunque favorisse l’uso del latino nella liturgia, desse direttive per impedire davvero gli abusi, facesse sempre cantare in latino il Vangelo nella messa papale. Che assistesse qualche volta al rito ambrosiano, ai riti orientali. Un Papa che benedicesse e salutasse i fedeli quando attraversa San Pietro con i paramenti, e riscaldasse i cuori.
Vorrei un Papa che eliminasse tutti i tipi di commissari, che creasse cardinali gli arcivescovi delle tradizionali sedi cardinalizie, in Italia e all’estero, per onorare la storia e la ricchezza di quelle città. Un Papa che si sapesse circondare di collaboratori buoni, santi.
Vorrei un Papa che alle catechesi del mercoledì ricominciasse dall’abc del cristianesimo, che parlasse a chi vuole conoscere le basi della nostra fede, che parlasse anzitutto ai catechisti che devono insegnare ai bambini.
Vorrei un Papa che facesse chiarezza nella dottrina e scelte chiare. Che non avesse paura dell’inevitabile martirio dei media, che non si ponesse al livello dei politici, che non adottasse il pensiero unico. Che sapesse mantenere quella sana distanza e regalità che compete al suo ruolo, pur essendo prossimo a tutti.
Un Papa che contestualizzasse le tematiche sociali nella carità cristiana.
Vorrei un Papa che una volta all’anno andasse a celebrare una grande solennità in Terra santa. Un Papa che viaggiasse in Europa e in Occidente, dove c’è bisogno di un nuovo annuncio del Vangelo.
Vorrei un Papa che sapesse chiedere scusa, che non avesse nemici. Un Papa che parlasse poco a braccio, che non rilasciasse interviste, che esprimesse il proprio pensiero con discorsi ben preparati.
Un Papa che facesse finalmente qualcosa per la musica sacra, che desse direttive perché si torni a cantare, a insegnare il gregoriano, perché i preti sappiano cantare, perché si spendano risorse di tempo ed economiche per la musica sacra. Un Papa che andasse a qualche concerto, che vedesse nell’ arte e nella bellezza la strada per andare a Dio. Un Papa che ci potesse donare un giubileo indimenticabile. Che tornasse a ridare centralità a Roma e ai pellegrinaggi a Roma, che nel 2025 visitasse le sette chiese. Un Papa che tornasse a tenere a Roma anche le beatificazioni.
Un Papa che parlasse tanto di Cristo e di Maria, che facesse trasparire il suo amore per la Chiesa, che lottasse contro le forze del male e sapesse capire quali sono oggi, in quali ambiti il Nemico è scatenato. Un Papa santo, un Papa davvero coraggioso, un Papa controcorrente, un Papa che fosse padre per tutti e di cui nessuno avesse timore. Un Papa normale, un Papa secondo il Cuore di Cristo di cui al momento della morte si potesse dire: è stato grande!
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Foto di Aldo Maria Valli ©