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Ideologie anti-famiglia. Parole chiare dalla Chiesa in Africa

L’ideologia LGBT confligge con la famiglia fondata sul matrimonio cristiano. I cattolici possono e devono opporsi a leggi ingiuste. L’Occidente non deve ricattare i Paesi più poveri mandando aiuti a condizione di un adeguamento all’ideologia omosessualista.

Parole chiare dall’Africa. Parole che da noi non si sentono più. Parole che arrivano da una Chiesa in prima linea nel preservare la fede.

In proposito John-Henry Westen ha ascoltato l’arcivescovo di Nairobi Philip Anyolo, Kenya. “Credo che questa arcidiocesi – spiega Westen – dia un’idea di come la Chiesa africana sta reagendo all’ideologia LGBT”.

Westen ha ascoltato anche le opinioni di due sacerdoti: don Michael Ndiku, segretario dell’arcivescovo, e don Simon Kamomoe, responsabile del dipartimento per la vita familiare dell’arcidiocesi.

Secondo l’arcivescovo Anyolo, occorre sostenere la famiglia tradizionale perché essa è la “prima Chiesa”, il luogo in cui si forma la fede. “La nostra comprensione e il deposito della fede ci dicono che Dio ha creato l’uomo e la donna a sua immagine e somiglianza. Quindi la famiglia è il luogo in cui Dio continua a creare quella immagine e a replicarla nelle generazioni a venire. La Chiesa deve radicarsi e fondarsi sulla dignità della famiglia naturale”.

Rispondendo a una domanda sulle pressioni esercitate da Stati Uniti ed Europa affinché l’Africa smetta di opporsi all’ideologia LGBT, come si è visto con le reazioni alla legge anti-sodomia in Uganda, l’arcivescovo osserva che più la famiglia viene distrutta più la società si sgretola. Non importa che quella società si dica “progressista”. Pensiamo all’aborto, atto contrario sia agli insegnamenti della Chiesa sia alla natura stessa.

Quando l’uomo, spiega l’arcivescovo, incomincia a credere unicamente nelle sue facoltà e abbandona l’idea che esiste un solo Dio che ha creato la famiglia umana, inizia a costruire Torri di Babele che puntualmente crolleranno.

Don Ndichu spiega che le persone non sono obbligate a obbedire a leggi immorali, che violano i diritti naturali e sono contrarie all’insegnamento del Vangelo. Pertanto, gli africani non possono accettare il denaro degli aiuti occidentali sotto ricatto, a condizione che approvino ideologie contrarie alla cultura africana e all’insegnamento cristiano.

La famiglia, dice, è la cellula base della società: senza una buona famiglia non può esserci una buona società e una buona Chiesa. Dobbiamo sempre ritornare alla famiglia come Dio l’ha voluta. È per questo che dobbiamo difendere la famiglia. Gli attacchi alla famiglia vanno combattuti con la massima forza possibile.

Uno di questi attacchi, dice chiaramente don Ndichu, è l’ideologia omosessualista, “antitetica alla famiglia umana”. Tale ideologia è “un abominio verso il piano creativo di Dio”. Pertanto “dobbiamo essere molto forti, soprattutto come africani, dove ideologie come quella cosiddetta LGBTQ sono aborrite dalla nostra stessa cultura oltre che dall’insegnamento cristiano. Se le Scritture condannano l’omosessualità, significa che essa è contrario alla volontà di Dio e non può essere accettata, perché è sempre un abominio”.

Don Kamomoe, che si occupa della famiglia come parte importante nell’evangelizzazione, spiega che le famiglie “devono essere rafforzate e protette contro le forze mondane negative che militano contro  il matrimonio. La famiglia è chiesa domestica, quindi è da lì che dovremmo tutti partire trasmettendo la cultura cristiana, i valori cristiani nella vita dei figli”.

“Vediamo che quando ai bambini vengono insegnati i valori cristiani nel contesto della famiglia, le idee del mondo non attecchiscono in profondità. Questo è il motivo per cui cerchiamo di attuare programmi che aiutino a formare le famiglie, con sacerdoti che predicano tra le famiglie e non solo in chiesa”.

I genitori devono essere i primi a evangelizzare i figli. I buoni genitori sono il bene della Chiesa, in quanto modelli di fede cristiana.

“Nelle persone che preparo al matrimonio vedo però diffondersi sempre di più un modo di pensare secolarizzato, in particolare circa il numero di figli. Non si vogliono fare sacrifici e gli aspiranti genitori vedono i figli non come dono di Dio, ma come un peso. Quando ero piccolo la mia famiglia non possedeva molto, ma Dio ha sempre provveduto. Senza sacrificio non c’è gloria”.

Fonte: lifesitenews.com

Aldo Maria Valli:
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