X

Luce del mondo o lampadine?

di Nicolò Raggi

Caro Valli,

giorni fa, mentre guardavo Il Grinch nella versione animata del 2018 (la proposta laica che a scuola ha riscosso il maggior consenso tra gli insegnanti alla richiesta di “qualcosa di natalizio” da far vedere ai bambini) pensavo che solo pochi anni fa qualunque italiano al di sopra dei dieci anni avrebbe riso della concezione del Natale proposta da questo film, che si può riassumere in una sola parola: lampadine.

Tolto il Signore, tolto il Bambino, tolta la sacra famiglia, non resta che un vago volemose bene che ricorda molto l’altrettanto vago successo del 2020: “Andrà tutto bene”. Però assai più luccicante.

Il natale (con la n minuscolissima, perché non si sa di chi né di che) diventa così la festa dell’albero e delle lampadine.

Domenica scorsa passeggiavo per Rimini dove le vie del centro sono state subissate di luci, ovunque, su qualunque cosa, in qualunque forma (con il pregevole vantaggio di non dover troppo faticare per raccogliere l’euro sfuggito di tasca).

Recatomi alla messa dopo la passeggiata, ho ascoltato un anziano sacerdote che faceva notare a un’assemblea sparuta e non troppo interessata che è Gesù la luce vera che illumina il mondo e ci fa uscire dalle tenebre, non sono queste lucette artificiali le quali, al massimo, illuminano il corso e aiutano a farci restare nella ZTL finché non abbiamo comprato qualcosa.

Comunque, buon Natale, caro Valli. E non solo “buon Albero”, come le hanno augurato tempo fa.

Ma perché, date le premesse, le auguro buon Natale?

Lo faccio perché credo che il Natale sia buono a partire da noi e vorrei ricominciare proprio da qui:

buon Natale agli amici di infanzia, che per pigrizia e puntiglio non sento da tanto tempo;

buon Natale ai colleghi di passaggio, che con sufficienza e orgoglio ho lasciato passare;

buon Natale alle tante persone sole, come me, che ho incrociato e non ho saputo incontrare;

buon Natale ai consacrati che ho conosciuto poco e ho subito criticato;

buon Natale agli amici “a distanza” per cui vorrei spendermi di più e non approfittare di quella distanza per nascondermi;

buon Natale ai cari servi del Signore che mi hanno offerto la loro pazienza e compassione;

buon Natale ai nemici, che vorrei saper scrutare profondamente;

buon Natale ai parenti, quelli vivi e quelli morti;

buon Natale a chi aspetta con fede cieli nuovi e terra nuova, ricordando che “non abbiamo il diritto di attendere e annunciare un altro mondo, se non ci saremo impegnati a far sì che un mondo altro si affermi qui sulla terra!” (Antonio Bello).

Aldo Maria Valli:
Post Correlati