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In Nigeria un Natale di sangue

di Cristian Nani*

Uomini armati hanno ucciso almeno centosessanta persone in villaggi a maggioranza cristiana nello Stato di Plateau, in Nigeria. L’attacco, coordinato, è iniziato alla vigilia di Natale ed è proseguito fino alle prime ore del mattino.

Monday Kassah, capo del governo locale di Bokkos, nello Stato di Plateau, ha dichiarato all’agenzia di stampa AFP che più di trecento persone sono rimaste ferite.

Scenario di queste ulteriori violenze sono stati circa venti villaggi a maggioranza cristiana, ha spiegato Jo Newhoise, portavoce delle operazioni di sostegno ai cristiani nell’Africa Sub-Sahariana dell’agenzia Porte Aperte/Open Doors.

“Le conferme su identità e movente degli attentatori – spiega il portavoce – tarderanno ad arrivare, ma l’esperienza fornisce alcune spiegazioni. Sappiamo che le comunità agricole, per lo più cristiane, hanno subito attacchi da parte dei militanti Fulani (musulmani) per molti anni. Sebbene nella narrativa comune la colpa degli attacchi venga collegata a questioni come il cambiamento climatico e l’appartenenza etnica, in realtà l’elemento religioso all’origine delle violenze è predominante e non dovrebbe mai essere sottovalutato. Abbiamo visto troppe volte cristiani indifesi attaccati senza alcuna ragione!”.

In Nigeria le violenze anticristiane avvengono da anni e il Paese occupa il sesto posto nella World Watch List di Porte Aperte, la mappa della persecuzione dei cristiani nel mondo. Solo l’anno scorso 5.014 cristiani sono stati uccisi in quanto tali, e ben più di ventimila, secondo una stima al ribasso, sono stati colpiti negli ultimi cinque anni.

Il rapimento e lo stupro di donne cristiane sono stati usati come armi tanto dai terroristi di Boko Haram quanto da questi allevatori islamici Fulani per devastare i villaggi e distruggere psicologicamente le vittime, le loro famiglie e le comunità. Anche l’abuso sessuale è usato in una strategia chiara per debellare la presenza cristiana nell’intera area. Lo Stato nigeriano palesemente non è in grado di arginare gli attacchi, lasciando spesso impuniti molti degli autori e facendo soltanto da notaio di questa dinamica di estirpazione delle comunità cristiane.

Porte Aperte/Open Doors ha lanciato nel 2023 una campagna pluriennale di sostegno pratico, patrocinio e sensibilizzazione della causa delle minoranze cristiane in Africa Sub-Sahariana, denominata Arise Africa. Quest’area del mondo è al centro di un trend crescente di violenze anticristiane apparentemente. Oltre che a morte e distruzione dà origine a esodi e traffico di esseri umani.

È tragico vedere come molti cristiani, che volevano festeggiare pacificamente il Natale con i loro cari e le loro congregazioni locali, si siano ritrovati ancora una volta a essere vittime di violenze. Coloro che sono riusciti a sfuggire alla carneficina sono ora dispersi, traumatizzati e in lutto.

*direttore Porte Aperte/Open Doors Italia

Aldo Maria Valli:
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