Dibattito / La fede cattolica, la Russia e la sua conversione

di Julio Loredo

Ho letto [qui] sul blog dell’amico Aldo Maria Valli le considerazioni di Fabio Battiston, anche lui un caro amico, riguardo un mio articolo recentemente pubblicato su Duc in altum [qui], nel quale analizzo i rapporti tra aborto e comunismo. Ho in seguito ricevuto un cordiale messaggio dallo stesso autore invitandomi a un “rispettosissimo dibattito”. Accolgo molto volentieri questo invito.

Prima di tutto, sono contento che l’autore ammetta che la mia analisi “corrisponde alla realtà storica, ci mancherebbe”. Dunque, niente da ridire sulla sostanza. E ciò mi fa piacere, perché prima di tutto viene la verità.

Il mio “peccato” sarebbe piuttosto di tempistica: “[Ho una] sensazione che, se fosse vera, darebbe corpo alle mie perplessità – che le considerazioni espresse dal presidente di TFP Italia siano molto legate allo scenario internazionale attuale e, in particolare, al conflitto russo-ucraino”.

Le perplessità di Battiston si dissiperanno prontamente se egli prende in considerazione un fatto (sempre la “realtà”): il testo del mio intervento nel convegno internazionale 40 Days for Life, tenutosi a Roma lo scorso gennaio, non è altro che la rielaborazione di una mia conferenza sul marxismo culturale tenuta a Zagabria nel 2017. Quindi, col conflitto russo-ucraino non c’entra proprio nulla.

D’altronde, in quell’occasione parlavo a un auditorio che, in buona parte, aveva conosciuto il comunismo russo-sovietico. Non potevo, dunque, dire cose che non corrispondessero anche alla loro esperienza vissuta. Invece, alla fine del mio intervento, diverse persone mi hanno fatto i complimenti per aver colto il problema nel segno.

Per la stesura di quella conferenza ho utilizzato con molto profitto il libro della TFP spagnola España anestesiada, testo che, basato sulle categorie insegnate da Plinio Corrêa de Oliveira, studia il passaggio dalla Terza alla Quarta Rivoluzione, cioè dal comunismo alla rivoluzione culturale. Questo libro fu scritto nel 1986, in un’epoca in cui Putin stava ancora imparando il mestiere nei ranghi del Kgb.

Tutto questo per dire che, dal punto di vista dottrinale e storico, il mio intervento è ineccepibile.

Ora, indipendentemente dalla mia conferenza romana, come la penso sul conflitto russo-ucraino?

Nell’epoca di internet gli articoli pubblicati possono rimanere disponibili per omnia saecula. Non c’è scampo. Ebbene, nel marzo 2022, poco dopo l’aggressione russa, scrissi un articolo dal significativo titolo Fra Dillinger e Capone. Joe Dillinger, come sappiamo, era il capo della mafia anglosassone a Chicago, mentre Al Capone lo era di quella italiana.

Spiegavo che la Rivoluzione ha affinato uno stratagemma che mira a costringere gli avversari a muoversi in un contesto ideologico e strategico contraffatto. Il capolavoro di questa tattica consiste nel favorire, a volte perfino a fabbricare, false opzioni che, mentre raccolgono alcune reazioni contro la Rivoluzione le sviano e le svuotano. L’opinione pubblica è in questo modo costretta a scegliere fra alternative fondamentalmente viziate, dove non c’è spazio per una vera Contro-Rivoluzione.

Citavo un articolo in cui Plinio Corrêa de Oliveira, nel 1945, commentava un discorso di Hitler che invitava il popolo tedesco ad aiutarlo nella lotta contro il bolscevismo. Glossava il pensatore brasiliano: “Mi fa pensare a un’ipotetica lotta fra i due maggiori gangster di Chicago. È come se Dillinger, nemico pubblico numero 1, si appellasse ai cittadini per aiutarlo a lottare contro il nemico pubblico numero 2, Al Capone”. E presentava l’unica posizione ragionevole: “I cattolici devono essere anticomunisti, antinazisti, antiliberali, antisocialisti, antimassoni… appunto perché cattolici”.

L’aborto è solo un aspetto del molto più vasto fenomeno della Rivoluzione. E la soluzione è una sola: la Contro-Rivoluzione, ossia la civiltà cattolica, apostolica, romana nella sua integrità, nella sua assolutezza e minuziosità.

A volte, alla decadenza dell’Occidente si contrappone l’esempio della Russia. Il tema è complesso, e assai più sfumato per chi, come me, conosce bene la Russia. È comunque incongruo voler contrastare la Quarta Rivoluzione mentre si esaltano stili e metodi della Terza. Anche Stalin avversò l’aborto e promosse la famiglia, mentre massacrava sette milioni di ucraini nell’Holodomor.

Nel 2005 tenni una conferenza, a Mosca, nella quale spiegavo la promessa di conversione della Russia fatta dalla Madonna a Fatima. Dicevo allora che conversione vuol dire una “svolta a u”. Essa implica una conversione religiosa, col ritorno della Russia all’unica vera fede in Cristo, cioè alla santa Chiesa cattolica apostolica romana; e una conversione temporale, col rigetto del passato comunista e l’affermazione del suo esatto contrario, ossia della vera Russia.

Da estimatore della Russia, dove sono stato diverse volte, devo dire che non vedo nessuna delle due. Anzi, vedo un riaffermarsi dell’ortodossia, a scapito della Chiesa cattolica, sempre più messa all’angolo; e un riaffermarsi con orgoglio del passato stalinista, con la rivendicazione anche dei simboli dell’Unione Sovietica.

Finii il mio intervento di Mosca citando le parole del gesuita principe Ivan Sergeevič Gagarin, nato a Mosca nel 1814 da un’illustre casata discendente dai principi di Kiev. Credo che potranno chiudere anche queste righe:

L’unica vera lotta è quella che esiste tra il Cattolicesimo e la Rivoluzione. Quando nel 1848 il vulcano rivoluzionario terrorizzava il mondo con i suoi ululati e faceva tremare la società, estirpandone le fondamenta, il partito che si dedicò a difendere l’ordine sociale e a combattere la Rivoluzione non ha esitato a scrivere sulla sua bandiera: Religione, Proprietà, Famiglia, e non ha esitato a inviare un esercito per riportare sul trono il Vicario di Cristo, costretto dalla Rivoluzione a prendere la via dell’esilio. Aveva perfettamente ragione; non ci sono che due princìpi uno di fronte all’altro: il principio rivoluzionario, che è essenzialmente anti-cattolico, e il principio cattolico, che è essenzialmente anti-rivoluzionario. Nonostante tutte le apparenze contrarie, nel mondo non ci sono che due partiti e due bandiere. Da una parte la Chiesa cattolica innalza lo stendardo della Croce, che conduce al vero progresso, alla vera civiltà e alla vera libertà; dall’altra si leva lo stendardo rivoluzionario, attorno a cui si raccoglie la coalizione di tutti i nemici della Chiesa. Ora, che fa la Russia? Da una parte essa combatte la Rivoluzione, dall’altra combatte la Chiesa cattolica. Sia all’esterno che all’interno, ritroverete la stessa contraddizione. Non esito a dire che ciò che fa il suo onore e la sua forza è di essere l’avversario incrollabile del principio rivoluzionario. Ciò che fa la sua debolezza è di essere, allo stesso tempo, l’avversario del Cattolicesimo. E se essa vuole essere coerente con sé stessa, se vuole veramente combattere la Rivoluzione, non ha che da prendere una decisione, schierarsi dietro lo stendardo cattolico e riconciliarsi con la Santa Sede.

_____________

Nella foto, fedeli cattolici nella cattedrale dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria a Mosca

 

I miei ultimi libri

Sei un lettore di Duc in altum? Ti piace questo blog? Pensi che sia utile? Se vuoi sostenerlo, puoi fare una donazione utilizzando questo IBAN:

IT64Z0200820500000400192457
BIC/SWIFT: UNCRITM1D09
Beneficiario: Aldo Maria Valli
Causale: donazione volontaria per blog Duc in altum

Grazie!