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C’è chiacchiericcio e chiacchiericcio. E il papa al suo non mette limiti

di Vincenzo Rizza

Caro Valli,

le anticipazioni sul libro El sucesor appena uscito (al momento solo nella versione spagnola) meritano un paio di considerazioni.

Osservo, in primo luogo, la singolarità di un pontefice che da un lato critica aspramente il “chiacchiericcio” e dall’altro continua a rilasciare interviste e pubblicare libri in cui è protagonista proprio il chiacchiericcio, l’indiscrezione, il pettegolezzo.

Evidentemente esiste un chiacchiericcio buono (se viene dal papa o dai suoi amici) e un chiacchiericcio cattivo (se viene da coloro che osano criticare le prodezze della chiesa in uscita). Il chiacchiericcio buono può consentire al papa, legibus solutus, perfino di violare norme imposte ai cardinali sul segreto di ciò che succede in seno al conclave con il duplice effetto che il papa non potrà essere smentito (essendo i cardinali ancora tenuti al segreto) ma soprattutto che nei futuri conclavi gli elettori non saranno più liberi di esprimere le proprie opinioni che potranno essere in futuro portate in piazza dal papa neo eletto (il prossimo sucesor).

Quanto al merito delle anticipazioni, tre affermazioni mi hanno colpito.

La prima: il cardinale Bergoglio sarebbe stato uno dei grandi elettori di Ratzinger. Sarebbe stato lui a scongiurare una manovra di palazzo e a favorirne l’elezione, convinto della necessità “di un Papa che mantenesse un sano equilibrio, un Papa di transizione”. In realtà il suo stesso racconto sembra dire qualcosa di diverso. Di seguito il passaggio [qui] del libro incriminato:

La manovra consisteva nel mettere il mio nome, bloccare l’elezione di Ratzinger e poi negoziare un terzo candidato diverso. Mi dissero poi che non volevano un papa ‘straniero’ … È stata una manovra in piena regola. L’idea era quella di bloccare l’elezione del cardinale Joseph Ratzinger. Mi stavano usando, ma dietro di loro già pensavano di proporre un altro cardinale. Non riuscivano ancora a mettersi d’accordo su chi, ma erano già sul punto di pronunciare un nome.

In realtà, per stessa ammissione di Bergoglio, sembrerebbe che la decisione di non accettare la candidatura non fosse legata alla preferenza per Ratzinger ma alla consapevolezza che non sarebbe stato comunque eletto e che la sua era solo una candidatura di disturbo perché i suoi elettori “pensavano già di proporre un altro cardinale”. Chissà se avrebbe rinunciato se la sua fosse stata una candidatura effettiva (come poi avvenuto nel successivo conclave).

La seconda: appare sempre più evidente il tentativo di raccontare una vicinanza e piena comunione con Benedetto XVI in realtà smentita non solo da pettegoli critici dell’attuale pontificato, ma in più occasioni dallo stesso Benedetto XVI; sufficiente ricordare, solo per fare alcuni esempi: il netto rifiuto di recensire i volumi sull’opera teologica di papa Francesco; la pubblicazione del libro Dal profondo del nostro cuore con il cardinale Sarah; gli appunti sullo scandalo degli abusi sessuali predisposti in occasione della riunione dei presidenti delle conferenze episcopali del mondo per riflettere sulla crisi della fede e della Chiesa.

Senza dimenticare il rifiuto di proclamare il lutto in Vaticano il giorno del funerale di Benedetto XVI e il glaciale (eufemismo) atteggiamento tenuto da papa Francesco nei giorni successivi alla morte e durante il funerale.

La terza: l’attacco diretto a monsignor Gänswein che avrebbe usato papa Benedetto per attaccarlo con la pubblicazione del libro Nient’altro che la verità. Testualmente [qui]:

Ma mi ha fatto male che Benedetto sia stato usato. Il libro è stato pubblicato il giorno del funerale, e l’ho vissuto come una mancanza di nobiltà e di umanità.

Anche ammettendo che in quel libro siano state davvero raccontate “cose che non sono vere”, appare quanto meno sconveniente e inopportuno che il papa si abbassi al livello di un qualsiasi polemista, per di più accusando pubblicamente un vescovo di mancanza di nobiltà e umanità. Con buona pace del chiacchiericcio e del pettegolezzo.

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Foto da vaticannews.va

 

Aldo Maria Valli:
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