Fiaccole per tutti!

di Vincenzo Rizza

Caro Valli,

pare che la scelta di affidare a due drag queen il ruolo di tedofori per le prossime olimpiadi [qui] abbia suscitato un vespaio di polemiche all’interno del mondo LGBTQ+++ periodico.

Il lodevole tentativo di inclusività si è purtroppo scontrato con le infinite sfaccettature delle teorie gender e tutti coloro che non si identificano nell’universo delle drag queen hanno protestato con vibrante vigore contro una decisione chiaramente discriminatoria.

Al grido “Lo come, li predoni bergamaschi sì et io no?” (citazione tratta dal film Brancaleone alle crociate, in cui il protagonista giustamente rivendica il diritto di beneficiare delle grazie di Berta d’Avignone, dopo che le sue virtù erano già state impunemente oltraggiate dai peggiori ceffi in circolazione), binari, terziari e quaternari di ogni genere si sono uniti nella protesta minacciando iniziative clamorose.

Anche le associazioni di coloro che non si identificano nel genere umano hanno fortemente contestato la decisione e l’associazione Canine Beings è già pronta a pianificare un raduno davanti al comitato olimpico organizzatore per far sentire il proprio ululato di protesta.

Il sindaco di Parigi, sempre attento ai principi di uguaglianza che governano la patria della rivoluzione, ha subito proposto di affidare la fiaccola olimpica a tutte le organizzazioni gender che ne facciano richiesta. Il rischio, naturalmente, è di avere richieste in eccesso e di non avere sufficienti chilometri da far percorrere ai tedofori. Si potrebbe, in tal caso, organizzare una catena umana/inumana per consentire il passaggio della fiaccola fino allo stadio olimpico. L’onore di accendere il braciere spetterebbe quindi di diritto a un rappresentante dell’associazione Piromani Masochisti, che si è già offerto, in nome della libertà, dell’uguaglianza e dell’inclusività, di immolarsi, novello Giovanna d’Arco, tra le fiamme olimpiche.

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