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L’analisi del cardinale Sarah e le origini della crisi

Cari amici di Duc in altum, presentando a Milano il suo libro Si fa sera e il giorno ormai volge al declino il cardinale Robert Sarah  si è chiesto “come siamo arrivati a tanta follia da respingere in modo schiacciante Dio?”.

Al centro della riflessione la crisi della fede, della Chiesa e dell’uomo. Un intervento al quale risponde in forma sintetica, ma non per questo meno incisiva, Andrea Mondinelli nel contributo che mi ha inviato e che volentieri condivido.

A.M.V.

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Caro Aldo Maria, ho letto il resoconto dell’intervento del cardinale Sarah all’incontro della Nuova Bussola Quotidiana. Accanto a cose condivisibili, rimane l’incertezza sul non detto (perlomeno nell’articolo riportato). In sostanza, sono analizzati bene gli effetti, ma nulla viene detto sulle cause.

A giudizio di Sarah la crisi che il clero, la Chiesa, l’Occidente e il mondo stanno vivendo è radicalmente una crisi spirituale, una crisi di fede in Dio. È una crisi antropologica; quella economico-sociale ne è solo un corollario, certamente drammatico, ma un corollario. Al centro dell’attuale crisi e declino della Chiesa c’è il declino della fede nella presenza effettiva di Gesù Eucaristia.

Come siamo arrivati a tanta follia, a una crisi antropologica e sociale di questo tipo? Semplice, dice il cardinale: abbiamo respinto in modo schiacciante Dio. Dio non ha più un posto nelle nostre società. L’unico luogo in cui è tollerato e posto agli “arresti domiciliari” è nel dominio privato.

Ora, se vogliamo dire le cose come stanno dobbiamo dire che il motivo del declino galoppante della fede è declino della fede nella transustanziazione; tale declino è essenzialmente liturgico e la causa è dovuta al Novus Ordo Missae.

Emblematica è la lettera scritta dai cardinali Ottaviani e Bacci Paolo VI nel 1969 e nella quale si legge: “Come dimostra sufficientemente il pur breve esame critico allegato – opera di uno scelto gruppo di teologi, liturgisti e pastori d’anime – il Novus Ordo Missæ, considerati gli elementi nuovi, suscettibili di pur diversa valutazione, che vi appaiono sottesi ed implicati, rappresenta, sia nel suo insieme come nei particolari, un impressionante allontanamento dalla teologia cattolica della Santa Messa, quale fu formulata nella Sessione XXII del Concilio Tridentino, il quale, fissando definitivamente i canoni del rito, eresse una barriera invalicabile contro qualunque eresia che intaccasse l’integrità del magistero”.

Faccio presente che questa affermazione dei due cardinali non è una profezia, ma una dimostrazione fondata sulla logica e alla logica non si sfugge: in tutta L’Institutio generalis del messale del 1969 l’espressione “presenza reale” è assente. Si parla genericamente della “presenza” di Cristo nell’Eucaristia, ma nello stesso modo e negli stessi termini in cui lo si fa circa la sua “presenza” nella Sacra Scrittura; e l’espressione “transustanziazione”, che è l’unica a esprimere senza alcuna ambiguità la fede cattolica, è ugualmente omessa. Giustamente Ottaviani e Bacci ne concludono che la rimozione della Santa Messa di sempre avrebbe abbattuto la barriera invalicabile contro qualunque eresia che intaccasse l’integrità del magistero. Ebbene che cosa insegnano, oggi, nei seminari?

Passiamo al secondo punto. Chi è causa del suo mal, pianga se stesso! L’espulsione di Cristo dalla società è l’effetto dovuto alla malintesa libertà religiosa presentata nella Dignitatis humanae del Concilio Vaticano II. Per rendersene conto basta analizzare come è stata modificata la festa liturgica di Cristo Re. I testi della Messa sono stati modificati in tutti i punti dove si faceva riferimento all’aspetto sociale della regalità di Nostro Signore Gesù Cristo, ma l’esempio più eclatante è nella soppressione delle tre strofe seguenti nell’Inno a Cristo Re:

La turba scellerata urla:
“Non vogliamo che Cristo regni”
ma noi, acclamando,
ti dichiariamo Re supremo.

A te i capi delle nazioni
diano pubblico onore
ti adorino i maestri, i giudici
le leggi e le arti esprimano te.

Sottomesse le insegne dei re rifulgano
a Te dedicate:
e col tuo mite scettro la patria
e le case dei cittadini governi.

Lex orandi, lex credendi”; era necessario che a mutamento dottrinale corrispondesse mutamento liturgico. Le parole di Leone XIII nell’enciclica Libertas, che affermava che la libertà religiosa conduce per sua stessa natura all’irreligiosità, sono state ampiamente dimostrate.

Logica conseguenza, allora, è pregare affinché le cause che hanno generato tali effetti, siano rimosse. Questa è l’intenzione essenziale da chiedere nella preghiera!

Viva Cristo Re!

Andrea Mondinelli

 

 

  • IL CARDINALE INCONTRA LA BUSSOLA

Sarah: “Celibato, preghiera e dottrina: ecco come usciremo dalla crisi della Chiesa”

“Come siamo arrivati a tanta follia tanto da respingere in modo schiacciante Dio?”. Partecipatissima presentazione a Milano del libro del cardinal Robert Sarah nell’evento promosso dalla Nuova Bussola Quotidiana. La crisi della fede, della Chiesa e dell’uomo. “Senza Cristo le nostre riforme sono una rovina”. E ancora: il celibato (“nessun bisogno potrà cancellarlo”), la perdita del sacro (“ci sono preti che non credono alla presenza reale dell’Eucarestia), le responsabilità dei vescovi (“Abbiamo decristianizzato l’Occidente), “l’enciclica” di Benedetto XVI e il paganesimo. “Se la Chiesa parla di fenomeni sociali, subisce la pressione per cambiare il suo insegnamento su celibato e morale sessuale”. Il Prefetto del Culto Divino ha analizzato e denunciato i mali di oggi. Ma anche offerto i rimedi per la rinascita. Quali? Anzitutto ricominciando a pregare come sta facendo Ratzinger: “Digiunate per la codardia dei vostri pastori”. 

La crisi della fede, della Chiesa e dei sacerdoti. I mali che attanagliano la barca di Pietro, stretta tra relativismo e ideologie mondane. E la rinascita che passa dai monasteri, dalle famiglie, dalla dottrina e dalla preghiera. Il cardinal Robert Sarah ha presentato ieri a Milano alla Casa Ildefonso Shuster con il direttore della Nuova BQ Riccardo Cascioli il suo libro “Si fa sera e il giorno ormai volge al declino”. Un evento partecipatissimo organizzato dalla Nuova Bussola Quotidiana in collaborazione con Cantagalli editore. Il prefetto del Culto Divino, che ha chiuso con questo libro la sua trilogia iniziata con Dio o niente e proseguita con la Forza del silenzio ha parlato anzitutto per incoraggiare i fedeli e i sacerdoti in questo momento di smarrimento: «Volevo che questo libro confortasse i cristiani e i fedeli sacerdoti». E’ con questo spirito che i tanti lettori della Bussola lo hanno accolto ieri. Vi proponiamo un’ampia selezione dei temi trattati dal cardinale rimandandovi ai prossimi giorni per la pubblicazione della lectio magistralis integrale. a.z.

SARO’ DURO? 

Mi hanno detto di essere stato un po’ duro sulla crisi della fede, la crisi del sacerdozio, la crisi della Chiesa e il crollo spirituale dell’Occidente.  Vi racconto un aneddoto. Dopo averlo letto, un giornalista mi ha posto la seguente domanda: “Eminenza, cosa dice a coloro che potrebbero pensare che il Suo libro sia pessimista, persino allarmista?”. Caspita, mi sono allarmato anch’io di fronte a questa domanda… Ma mi sono riavuto subito: perché rifuggire dal reale? Ho risposto, allora, che il libro cerca di fare un’osservazione e una diagnosi con la massima cautela e una grande preoccupazione per il rigore, la precisione e l’obiettività. Mi sembra di non essere troppo lontano dalla verità e dalla realtà delle cose e delle situazioni.

DECLINO DELL’EUCARESTIA

La crisi che il clero, la Chiesa, l’Occidente e il mondo stanno vivendo è radicalmente una crisi spirituale, una crisi di fede in Dio. È una crisi antropologica; quella economico-sociale ne è solo un corollario: certamente drammatico, ma un corollario. Il declino della fede nella presenza effettiva di Gesù Eucaristia è al centro dell’attuale crisi e declino della Chiesa, specialmente in Occidente.

LA COLPA DI NOI VESCOVI

Noi Vescovi, sacerdoti e fedeli laici siamo tutti responsabili della crisi sacerdotale e della decristianizzazione dell’Occidente. Georges Bernanos scrisse prima della guerra: “Continuiamo a ripetere, con lacrime di impotenza, pigrizia o orgoglio, che il mondo è decristianizzato. Ma il mondo non ha ricevuto Cristo – non pro mundo rogo – siamo stati noi ad averlo ricevuto per lui, è dal nostro cuore che Dio si ritira, siamo noi che decristianizziamo noi stessi, miserabili!”. 

CHIESA SOCIOLOGA

Invece di affrontare la questione cruciale della fede e la missione fondamentale della Chiesa che è la proclamazione del Vangelo e il nome di Gesù Cristo unico Salvatore del mondo, passiamo molto tempo a parlare di fenomeni sociali: omosessualità, accoglienza dei migranti, dialogo, cambiamenti climatici, questioni socio-economiche e politiche, sono diventate centrali non solo nel dibattito politico, ma anche in quello ecclesiale. È tutta una strategia di pressione, organizzata per cambiare l’insegnamento della Chiesa sul celibato e la morale sessuale.

VERSO LA ROVINA

Se la fede non riacquisterà una nuova vitalità diventando una profonda convinzione e una forza reale attraverso l’incontro personale e intimo che si stabilisce con Gesù Cristo, tutte le riforme della Chiesa che intraprendiamo rimarranno inefficaci e vuote e noi ci avvieremo alla rovina. Questa perdita del senso di fede è la fonte e la radice della crisi della civiltà, della crisi della Chiesa e del sacerdozio, che stiamo vivendo oggi.

L’UOMO SENZA DIO

l’uomo separato da Dio è ridotto alla sua unica dimensione orizzontale. E come diceva Gilbert K. Chesterton: “Se uno non crede in Dio finisce per credere a qualsiasi cosa”. Questa amputazione è proprio una delle cause fondamentali del totalitarismo che ha avuto conseguenze tragiche nel XX secolo. Oscurando il riferimento a Dio, lasciamo spazio al relativismo e a una concezione ambigua della libertà, che finisce per collegare l’uomo agli idoli. Se Dio perde il suo carattere centrale, l’uomo perde il suo posto legittimo, non trova più il suo posto nella creazione, nei rapporti con gli altri. Il moderno rifiuto di Dio ci racchiude in un nuovo totalitarismo: quello del relativismo e del liberalismo assoluto che non ammettono nessuna legge diversa da quella del profitto.

OCCIDENTE
Nella storia del mondo e dei popoli, non sembra che ci sia stata una civiltà o dei popoli che hanno legalizzato l’aborto, l’eutanasia o demolito la famiglia e rotto il matrimonio in questa misura, come fa l’Occidente oggi.

UNA TENEBROSA SOLITUDINE

Il deficit cronico del tasso di natalità soprattutto in Occidente, la programmata demolizione delle fondamenta della famiglia e del matrimonio, i vizi contro natura, gli atti di pedofilia o abuso sui minori, gli atti omosessuali e gli orrori della pornografia che dissacrano e avviliscono il corpo maschile e femminile. Tutto ciò manifesta una profonda crisi antropologica. Tutto ciò manifesta un senso di tenebrosa solitudine nella quale l’uomo è caduto.

IL POSTO DI DIO

Come siamo arrivati a tanta follia, a una crisi antropologica e sociale di questo tipo? Semplice: abbiamo respinto in modo schiacciante Dio. Dio non ha più un posto nelle nostre società. L’unico luogo in cui è tollerato e posto agli “arresti domiciliari” è nel dominio privato.

L’ABORTO
L’aborto è diventato un “diritto” delle donne. Gli anziani o i malati possono venire legalmente eutanasizzati in alcuni Paesi, anche europei, e così anche i più piccoli che possano soffrire di qualche disturbo che non riescono a “sopportare” o che non li rende accettabili per la società. Non è abominevole tutto questo? Quando l’unico signore sulla vita e sulla morte dovrebbe essere Dio stesso! Mentre combattiamo ovunque contro le mutilazioni genitali, una pratica disumana diffusa in alcuni Paesi, stiamo legalizzando congiuntamente ogni strumento di intervento sul corpo affinché le persone possano cambiare sesso in Occidente, se lo desiderano.

SENZA PADRI

Il rifiuto della paternità, ci impedisce di accettare di essere figli, e di avere qualcuno che abbia autorità sopra di noi. Abbiamo convinto i nostri contemporanei che, per essere liberi, non si deve dipendere da nessuno. Eppure l’uomo civilizzato è fondamentalmente erede; riceve una storia, una cultura, una lingua, una religione, una fede, un nome, una famiglia, una tradizione, una patria, un padre, una madre ecc. È questo che lo distingue dal barbaro. Rifiutarci di aderire a una rete di dipendenze, eredità e parentela ci condanna ad entrare nella giungla della concorrenza di un’economia lasciata a sé stessa. E così l’uomo si condanna all’inferno della globalizzazione liberale, senza parametri morali o etici, dove gli interessi individuali si scontrano senza alcuna legge diversa da quella del profitto.

GENDER
L’ideologia del gender è infatti un rifiuto luciferino di ricevere da Dio una natura sessuale. Dico che il transumanesimo è l’avatar definitivo di questo movimento. Colui che cambia di sesso si ribella contro Dio. In Francia mi hanno presentato il caso di un seminarista trans, che da donna si è fatto “uomo”. Sono dovuto intervenire fermando l’ordinazione diaconale.

CELIBATO SACERDOTALE

Gesù ha detto: “La messe è molta, pregate”. Non ha detto: “Organizzatevi in un qualche modo”, ma ha detto di pregare. Come ha spiegato molto bene Benedetto XVI partendo anche dalla Sacra Scrittura. Ognuna della 12 tribù di Israele aveva un territorio, solo i leviti non avevano territorio perché il loro territorio era Dio. Quando nel popolo ebraico si era chiamati alla carica sacerdotale si doveva lasciare la famglia e vivere il celibato. Anche nell’Antico Testamento abbiamo l’esercizio del celibato sacerdotale. Quindi dico che nessun bisogno può cancellare il celibato sacerdotale. Sarebbe un danno terribile per la Chiesa. Ecco perché invito i sacerdoti a venerare il loro celibato.

MISSIONARI
I missionari spiritani grazie ai quali ho conosciuto la fede cattolica avevano tre direttrici: la preghiera, l’educazione e la cura del corpo. Avevano chiaro che senza l’aiuto di Dio non avrebbero potuto fare nulla nella loro evangelizzazione.

L'”ENCICLICA” DI BENEDETTO XVI

Così come la preghiera è l’energia, la benzina per la missione, anche Papa Benedetto XVI dal suo monastero ci trasmette questa energia. Come? Pregando. Benedetto nel suo monastero prega e questa sua orazione costante è l’enciclica più bella che può offrire alla Chiesa. Mostra quesata via ai sacerdoti perché oggi la Chiesa deve imparare a pregare e questo ce lo insegna Benedetto.

INCULTURAZIONE E PAGANESIMO (O SULLA PACHAMAMA)

Non basta tradurre nelle nostre lingue la parola di Dio, non è mettendo cose nella liturgia che si fa inculturazione. La liturgia in Africa è molto vivace, ma non basta. Attenzione. Dobbiamo chiederci: Dio c’è? Cambia la mia vita? O è solo folklore?

COMUNIONE IN GINOCCHIO

Alcuni sacerdoti rifiutano la comunione in ginocchio. Ma così umiliano Gesù. Allora non arrabbiatevi, ma umiliate il vostro cuore e inginocchiatelo.

MANCA FEDE NELL’EUCARESTIA

La grande crisi è sacerdotale. Vedo i preti che vengono a concelebrare col Papa nelle grandi messe. Hanno nella destra la Santa Eucarestia e nella sinistra tengono il telefonino. Questi preti non credono! E la gente così li vede! Aiutateci allora a trattare bene l’Eucarestia perché è la sorgente della vita cristiana. Se danneggiamo l’Eucarestia, danneggiamo la fede.

CHE FARE?

  • PREGHIERA: Colui che prega si salva, colui che non prega è dannato, ha detto Sant’Alfonso. Una Chiesa che non porta la preghiera come bene più prezioso corre verso la perdita di sé stessa. Se non riprendiamo il senso delle veglie lunghe e pazienti con il Signore, lo tradiremo. Gli Apostoli lo fecero: crediamo noi stessi di essere migliori di loro? Non si tratta di moltiplicare le parole. Si tratta di fare silenzio e di adorare. Si tratta di inginocchiarsi. Vi dico senza esitazione: Volete elevare la Chiesa? Allora inginocchiatevi! L’uomo non è grande e raggiunge la sua nobiltà più alta solo quando si inginocchia davanti a Dio. L’uomo alto è umile e l’uomo umile è in ginocchio! Un uomo in ginocchio è più potente del mondo! È un baluardo inespugnabile contro l’ateismo, il pensiero dominante e la follia degli uomini. Un uomo in ginocchio scuote l’orgoglio di Satana!
  • DOTTRINA CATTOLICA: Sono ferito di vedere tanti pastori vendere la dottrina cattolica e creare divisioni tra i fedeli. Dobbiamo al popolo cristiano un insegnamento chiaro, fermo e stabile. Come possiamo accettare che le conferenze episcopali si contraddicono a vicenda? Dove regna la confusione, Dio non può vivere! Coloro che annunciano il cambiamento e la rottura sono falsi profeti! Non stanno cercando il bene del gregge. Sono mercenari nell’ovile! La nostra unità sarà forgiata attorno alla verità della dottrina cattolica. Non ci sono altri modi. Voler conquistare la popolarità dei media al prezzo della verità è come fare il lavoro di Giuda!
  • L’AMORE DI PIETRO: Sappiamo che la barca della Chiesa non è affidata ad un uomo a causa di straordinarie capacità superomistiche. Crediamo, tuttavia, che quest’uomo sarà sempre assistito dal pastore divino per mantenere ferma la regola della fede. Cari amici, i pastori sono coperti da difetti e imperfezioni. Ma non è disprezzandoli che costruirete l’unità della Chiesa. Non abbiate paura di esigere da loro la fede cattolica, i sacramenti della vita divina! Se pensate che i vostri sacerdoti e vescovi non siano santi, allora siate santi per loro! Fate penitenza, digiunate per i loro difetti e la loro codardia. Solo così si può portare il fardello dell’altro!
  • CARITA’ FRATERNA: È tempo di annunciare la fine del sospetto! Per noi cattolici è tempo di “entrare in un vero processo di riconciliazione interna”. La carità è l’amore di Dio: noi perciò “siamo” la carità, e ci facciamo testimoni della carità verso il prossimo, perché Dio ci ha amati per primi. Così è anche per la misericordia, banalmente intesa da molti come un colpo di spugna sui propri peccati. È vero che Gesù ci precede sempre e ci attende con le braccia spalancate, ma sta a noi avere anche un moto verso di Lui!

SOLO DIO, SOLO L’AMORE

In conclusione, carissimi amici, il punto di partenza è solo l’amore verso Dio. Non esiste altra soluzione. Noi possiamo amare il prossimo come Dio ci ha amati, solo perché Dio ci ha amati per primi. Perciò anche quando parliamo dell’amore, non facciamo riferimento a un sentimentalismo astratto e passeggero, ma all’amore duraturo ed eterno. L’amore è un termine talmente abusato e violentato nella società contemporanea che dovremmo avere almeno un po’ di pudore nel pronunciarne il nome.

*Prefetto del Culto Divino

©A cura di Andrea Zambrano – La Nuova Bussola Quotidiana

https://lanuovabq.it/it/sarah-celibato-preghiera-e-dottrina-ecco-come-usciremo-dalla-crisi-della-chiesa

 

Aldo Maria Valli:
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