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Fratelli tutti? Alla Cattolica di Milano pare di no. Causa green pass

Cari amici di Duc in altum, ho ricevuto questa lettera. Riguarda l’Università Cattolica di Milano (che fu la mia università, una vita fa) e l’introduzione del green pass per accedere alle mense.

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Caro Valli, nell’università in cui si commentano autorevolmente le encicliche di papa Francesco su temi come l’accoglienza, il rispetto umano, l’inclusività e la fratellanza universale avvengono episodi che vanno nella direzione opposta.

Da alcuni giorni, infatti, per accedere alle mense dell’Università Cattolica di Milano viene richiesto il famoso “lasciapassare verde”, incostituzionale nella sua natura e contrario alle direttive europee.

Se vuoi mangiare, dunque, devi esibire il pass che dice che sei degno di poterti sedere a un tavolo per consumare il tuo pasto nell’orario lavorativo.

Il comunicato che annuncia questa modalità di accesso è apparso unicamente sulla pagina di Educatt, l’Ente che gestisce i servizi dell’Università Cattolica di Milano, mentre ai lavoratori non è stato comunicato nulla, neppure via mail: uno stile ben poco in linea con i valori del prestigioso ateneo.

La reazione dei dipendenti dell’Università Cattolica (il rientro degli studenti avverrà nelle prossime settimane) non si è fatta attendere: ci sono state composte manifestazioni di protesta, mentre alcuni lavoratori, pur essendo in possesso del “titolo” per poter accedere alla mensa, hanno deciso di essere solidali con i colleghi che ne sono sprovvisti, dimostrando così da un lato la loro cristiana solidarietà e dall’altro la totale assurdità di uno strumento che non serve di certo alla prevenzione del contagio e alla tutela della salute, ma introduce odiose discriminazioni.

Episodi spiacevoli si sono verificati nel momento in cui i dipendenti delle mense hanno dovuto esercitare il ruolo di “controllori” dei propri colleghi, arrivando a non consegnare il vassoio per il pasto a chi era entrato senza il green pass.

Fratelli tutti…? All’Università Cattolica non sembra, per lo meno in questi giorni.

Lettera firmata

Aldo Maria Valli:
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