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Pandemia agli sgoccioli e narrativa che cambia. Tranne che per politici e stampa

di Andrea Sartori

“In una nave che affonda gli intellettuali sono i primi a fuggire, subito dopo i topi e molto prima delle puttane” così la pensava il grande poeta russo Vladimir Majakovskij. Possiamo dire, se qualcuno ha l’occhio vigile, che questo sta cominciando a manifestarsi sotto i nostri occhi.

Per questo bisogna osservare con attenzione il graduale cambio di narrazione di Matteo Bassetti, il virologo più mediatico. Prima attacca Speranza sottolineando come Omicron non sia per nulla pericolosa fermo restando l’importanza, per lui, di vaccinarsi. In realtà c’é anche una parziale resa sulle vaccinazioni: “ancora un milione e basta restrizioni” arrendendosi all’idea di non poterli vaccinare tutti (ovviamente i cinque milioni di resistenti sino alla fine andranno trattati come subumani, ma mica si può pretendere la conversione sulla via di Damasco).

Anche Roberto Burioni pare aver cambiato idea: almeno così si deduce da un tweet del 3 gennaio 2022 che, pur scritto in italiano pessimo, lascia intuire che quest’anno sarà l’anno della svolta. Ma Burioni e Bassetti sono in ritardo rispetto a Crisanti che aveva già aggiustato il tiro

Fondamentalmente il Gatto e la Volpe, non nuovi a giravolte, sanno che la narrativa mondiale sta cambiando. Abbiamo già affrontato come la narrativa stia cambiando in due Paesi chiave come Israele e Regno Unito, ma vi sono segnali anche altrove: in Danimarca gli scienziati dicono chiaramente che Omicron conduce alla fine della pandemia, mentre in Francia, una delle nazioni con il regime più restrittivo d’Europa, si comincia a far marcia indietro e ad ammettere che Omicron non fa danni e porterà all’immunità di gregge. La marcia indietro di Bassetti è molto più timida di quella del suo collega francese Martin Blachier o degli epidemiologi di Sua Maestà e di quelli danesi e israeliani, perché non può certo fare un’inversione a u dall’oggi al domani. Ma hanno capito che il vento sta cambiando, da buoni “intellettuali” campioni di salto sul carro vincente. Come fecero nel 2020 passando da “abbraccia un cinese” “la mascherina non serve” e “la pandemia non arriverà mai qui” a “tutti murati in casa con quadrupla mascherina”. Avevano solamente seguito la corrente.

E’ naturale che se tutto il mondo va dicendo che Omicron porterà l’immunità di gregge, prima o poi anche l’Italia dovrà arrendersi a questo fatti, e quindi meglio portarsi timidamente avanti, senza fare cambi di rotta così repentini come, appunto, nel 2020, quando la fase intermedia non ci fu nemmeno.

Se i volponi virostar hanno capito la cosa, la politica e i media l’han capita meno. I politici oramai hanno preso il gusto sadico di terrorizzare la popolazione. Vuoi togliere al chihuahua dei Baskerville Brunetta e a Strelnikov Letta la gioia di spargere terrore? Pure Draghi pare non averla capita, preoccupato per la sua scalata al potere assoluto: convocare un Cdm ogni tre giorni, e sempre alla vigilia di feste comandate giusto per far andare di traverso il panettone, dà la misura dell’uomo: politico mediocre e sadico. E se non capisci quando persino Macron e Scholz ti dicono che le tue sono misure folli significa che tu non hai capito nulla.

Ma anche i media stanno faticando a capirla: l’altroieri il “Corriere del Terrore” criticava la linea israeliana che si sta avviando a diventare quella prevalente fuori dall’Italia. Certo, il terrore vende più delle buone notizie, ma gli italiani cominciano anche a stancarsi di sentire questa propaganda del terrore h24.

I virologi non sono certo migliori dei politici e dei giornalisti: solo più furbi. Diciamo che le loro uscite indicano dove sta tirando il vento. Crediamo che stavolta non si potrà davvero andare oltre marzo con questa farsa.

Fonte: visionetv.it

 

Aldo Maria Valli:
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