Il “principe” dalle mille maschere

Cari amici di Duc in altum, certamente ricordate Martha Alegría Reichmann, autrice di Traiciones sacradas  (Sacred Betrayals nella versione inglese), il libro nel quale la vedova dell’ex ambasciatore dell’Honduras presso la Santa Sede narra le sue peripezie causate dal cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga. Ora la signora Martha ha scritto un articolo (che gentilmente ha inviato al blog e vi propongo nella traduzione dall’originale spagnolo), prendendo spunto da un’intervista al cardinale andata in onda in Honduras e da alcuni articoli recenti.

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di Martha Alegría Reichmann

Domenica 5 giugno, in Honduras, il cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga è stato intervistato dall’amico Darío Banegas nel programma televisivo Conversando con Banegas, e come sempre, dietro un’apparente normalità, si è presentato con la sua maschera di falsità e ha ingannato non solo l’intervistatore ma chiunque abbia deciso di ascoltarlo, anche se vale la pena ricordare che molte persone cambiano canale per evitare di vedere questo cardinale ormai screditato.

Il cardinale ha detto che il seminario di Tegucigalpa è passato da avere quattordici seminaristi a 160. Quello che il signor Banegas forse non sa è che qualche anno fa i Padri Eudisti di nazionalità colombiana hanno lasciato l’Honduras a causa dell’incapacità di gestire il seminario per la presenza di ben 78 seminaristi omosessuali protetti dal cardinale.

Quando il signor Banegas gli ha chiesto dell’agenda gay, il cardinale ha indossato la sua maschera e ha risposto con una spiegazione chiara e molto accurata, finendo per definire l’omosessualità una “anormalità” dell’essere umano. Il problema qui è che l’eminentissimo cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga adotta due pesi e due misure, perché una cosa è ciò che dice e un’altra ciò che fa, visto che ha persino ordinato sacerdoti “anormali”, quelli che spesso finiscono per violentare i bambini.

Ha anche affermato che la Chiesa non ha mai ricevuto fondi dallo Stato honduregno. Lo ha smentito categoricamente, sostenendo che riceve solo donazioni dai parrocchiani.

Ebbene, la verità è che l’ex presidente Carlos Flores Facuse ha concesso a sua eminenza per le spese del cardinalato, con l’accordo esecutivo 046-2001 pubblicato sul giornale ufficiale La Gaceta il 7 novembre 2001, la somma di centomila lempiras al mese, per l’intera durata del suo mandato presidenziale.

Inoltre, dal 2005, la Chiesa riceve 88 milioni di lempiras all’anno, in base al decreto legislativo 388-2005, che vanno alla Fundación de la Comunicación y la Educación.

Il cinismo del cardinale ha raggiunto un livello tale che recentemente ha avuto il coraggio di recarsi al palazzo presidenziale per chiedere che quegli 88 milioni di lempiras non gli vengano sottratti; e lo chiede nientemeno che alla presidentessa della Repubblica Xiomara Castro, moglie dell’ex presidente Manuel Zelaya, spodestato nel 2009 da un colpo di Stato che l’eminente cardinale ha appoggiato firmando una lettera a nome della Conferenza episcopale. Un atto vietato dalla Costituzione della Repubblica.

È interessante anche il fatto che a Roma Maradiaga abbia poi negato la sua partecipazione al colpo di Stato, forse perché condannato dalla comunità europea e perché all’epoca Maradiaga aspirava al papato.

Maradiaga fa anche finta di dimenticare i famosi 30 milioni di lempiras concessi dal governo dell’ex presidente Porfirio Lobo Sosa.

L’ultimo scandalo reso noto il 14 giugno scorso da Infovaticana è un tremendo articolo di Laicos de Honduras che dimostra l’inganno, le bugie e la complicità del cardinale e del suo ausiliare Juan José Pineda nel sequestro dei 30 milioni di lempiras. Denaro chiesto al governo honduregno, ufficialmente, per destinarlo ai poveri.

Quando gli è stato chiesto se qualcuno controlla le finanze della diocesi, il cardinale ha risposto di sì, e ha anche fatto il nome di un ente di revisione contabile del Vaticano, che però dovrebbe iniziare la sua attività solo ora, dopo la pubblicazione delle riforme. In passato, nessuno ha controllato i conti del cardinale, né della Chiesa né dell’Università Cattolica. Per questo ha osato sottrarre fondi e appropriarsi di milioni e milioni di lempiras. In proposito è stato denunciato da diversi media che hanno mostrato le prove e non c’è nulla da obiettare.

Nell’intervista si è parlato di corruzione, ma il problema è che l’intervistato stesso, presentato con il titolo di “Principe della Chiesa”, è una persona molto corrotta. Ecco il motivo per cui il cardinale è contento di essere ospitato da questa televisione. Perché sa che lì viene adulato, i suoi peccati vengono nascosti, gli viene data la possibilità di mentire al popolo e gli viene tributata obbedienza.

Mi sembra impossibile che il signor Darío Banegas, politico e intervistatore, ignori la notizia di qualche settimana fa – sempre di Infovaticana – sull’indagine ordinata dallo stesso Vaticano contro l’eminente cardinale per aver cercato di appropriarsi dell’Università Cattolica di Nostra Signora della Pace. Né il signor Banegas può essere ignaro di tutti gli scandali finanziari e di immoralità sessuale riguardanti tanti “anormali” ospitati nella stessa residenza del cardinale, popolarmente conosciuta come “La casa delle pazze”. Scandali che riguardano direttamente non solo la Chiesa honduregna, ma anche quella universale.

Nell’articolo di Infovaticana, che è esploso come una bomba, il vescovo Pineda è stato accusato di aver rubato i 30 milioni di lempiras (1,4 milioni di dollari) con la complicità di Maradiaga. Ma documenti segreti recentemente rivelati dimostrano che è stato il cardinale, con la complicità di Pineda, a prendere il denaro. Probabilmente lo hanno condiviso, ma con queste rivelazioni hanno tagliato la giugulare di sua eminenza. Ed era ora.

Sappiamo che nel 2021 il Vaticano ha indagato su Maradiaga per aver cercato di impadronirsi dell’Università Cattolica. Ora non resta che anche l’attuale governo honduregno indaghi su di lui. Se il Vaticano ha indagato su di lui, perché non l’Honduras? Deve rendere conto al popolo honduregno prima di rendere conto a Dio. Dall’indagine vaticana il cardinale è uscito molto male e, nonostante abbia cercato di giustificarsi, nessuno gli crede più.

Nell’intervista, sua eminenza ha indossato nuovamente la maschera per condannare la diffamazione e la calunnia. Tuttavia, posso dire con certezza che è proprio l’eminentissimo cardinale a diffamare il suo prossimo e a calunniarlo. Questo è stato e continua a essere il modo in cui ha cercato di difendersi dalle tante accuse che gli sono state rivolte.

Ma il cardinale non ha più scuse. Scuse che ha vigliaccamente usato per tanti anni dicendo che chi lo attaccava lo faceva per attaccare la Chiesa o le riforme o il papa. In questo modo si è lavato le mani e ha ingannato il popolo di Dio per molto tempo.

Ora continua a indossare le sue mille e una maschera perché per questo cardinale esse sono inesauribili. Speriamo solo che il Vaticano rifletta finalmente sulla necessità di un atto di giustizia e non continui a dare appoggio incondizionato, come ha fatto finora, a questo mal chiamato “vice papa” che ha fatto danni irreparabili con le sue false vesti di agnello che nascondono un lupo.

Fonte: confidencialhn.com

 

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