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Lettera / Così, per amore della famiglia, sono tornata alla Messa della parrocchia

Caro Valli,

dopo aver letto la lettera inviata dal signor Angelo Tassinato agli Alleati dell’Eucaristia desidero esprimere la mia vicinanza all’autore. Nello stesso tempo però vorrei anche provare a offrire un punto di vista diverso.

Indubbiamente sarebbe bello se tutti potessero avere a disposizione la Messa apostolica tradizionale. Purtroppo però non è così e molti di noi, non frequentando più la Messa novus ordo in parrocchia, siamo costretti a percorrere parecchi chilometri per raggiungere un luogo in cui si celebri vetus ordo. Io stessa ho fatto così. Ma c’era un problema: ci andavo da sola. E perché? Perché per i miei due figli e per mio marito la proposta era troppo alta e impegnativa.

Nel periodo in cui frequentavo la Messa vetus ordo, mia figlia frequentava il catechismo in parrocchia, ma senza grande voglia. Il figlio più piccolo non aveva nessun desiderio di andare a Messa e mio marito, che non ha mai avuto una fede robusta, idem. Di conseguenza, quando alla domenica li “abbandonavo” per andare alla Messa vetus ordo, per loro veniva a mancare qualsiasi stimolo.

Pregandoci sopra, ho capito che la cosa giusta da fare era dare un esempio. Così ho deciso di rinunciare alla mia tanto amata Messa in rito antico e ho ripreso ad andare a Messa in parrocchia, proponendo a tutta la famiglia di seguirmi.

Per me è una sofferenza, ma i risultati si sono visti. I figli hanno iniziato a venire a Messa con me, e da qualche tempo si è aggiunto anche mio marito.

Devo dire che alla Messa novus ordo, per quanto possibile, io mi comporto come a quella antica. Mi inginocchio spesso, recito il Padre nostro alla vecchia maniera, non rispondo all’assurdo invito di scambiarsi lo sguardo di pace, chiedo di ricevere la Santa Eucaristia sulla bocca e in ginocchio. E forse il mio esempio è servito.

Tempo fa mia figlia ha zittito un’amica che in chiesa, durante la funzione, voleva chiacchierare mentre il sacerdote leggeva la Parola di Dio. Inoltre si inginocchia regolarmente ogni volta che passa davanti al tabernacolo e anche lei recita il Padre nostro al vecchio modo.

Insomma, le circostanze mi hanno condotta a scegliere una “via media”, se posso definirla così: la Messa novus ordo, ma con spirito, e atteggiamento, vetus ordo. E credo di non sbagliarmi se dico che il mio esempio sta funzionando.

Il santo Curato d’Ars, quando arrivò al villaggio, trovò una comunità scristianizzata. Ma lui pregò e si sacrificò, e quando le persone videro che egli passava tutto il tempo in chiesa, in ginocchio e nel confessionale, iniziarono a rispettarlo e a imitarlo. Così, in poco tempo, la comunità divenne devota. Perché il santo Curato d’Ars non andò altrove, ma rimase lì, nella comunità che Dio gli aveva assegnato, e si diede da fare per dare l’esempio.

In attesa che un giorno la Santa Messa apostolica sia disponibile ovunque, ognuno di noi può fare la sua parte portandola nel cuore e mettendo in atto la propria devozione nella Messa riformata. Ciò non significa, ovviamente, rinunciare del tutto alla Messa vetus ordo. Io stessa, qualche volta, ci vado ancora. Ma la domenica, per amore dei miei figli e di mio marito, faccio una scelta diversa. E ho la presunzione di pensare che Dio mi capisca.

Lettera firmata

Aldo Maria Valli:
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