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Il Messia nascosto. Profezie bibliche alla luce della tradizione ebraica e cristiana

Caro Valli,

l’articolo Messia o semplice consacrato? La traduzione Cei 2008 sminuisce nuovamente la Divinità di Cristo di Investigatore Biblico, pubblicato sul suo blog, mi ha richiamato alla mente un mio studio sulle profezie messianiche nell’Antico Testamento, dal titolo Il Messia nascosto. Profezie bibliche alla luce della tradizione ebraica e cristiana, edito da Cantagalli-Chirico, di cui le invio uno stralcio relativo all’interpretazione messianica del salmo 2 (pp.108-114). La tradizione rabbinica – precristiana, dunque – vede in quel wəʿal-məšîḥô il Messia di Dio. Nel testo che segue, TM indica il Testo Masoretico, Tg il Targum – cioè, la traduzione-parafrasi in aramaico -, LXX la Septuaginta e VC la Vulgata Clementina.

Armando Savini

***

Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato (Salmo 2)

TM Insorgono i re della terra e i prìncipi congiurano insieme contro il Signore e il suo Messia.

Egli parla nella sua ira, li spaventa con la sua collera: «Io stesso ho stabilito il mio Re su Sion, mia santa montagna».

«Voglio annunciare il decreto del Signore. Egli mi ha detto: “Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato”».  «Chiedimi e ti darò in eredità le genti e in tuo dominio le terre più lontane.

Le spezzerai con scettro di ferro, come vaso di argilla le frantumerai» (Sal 2,2.5-9).

 

Tg Insorgono i re della terra e i principi si alleano insieme per ribellarsi alla presenza del Signore e lottano contro il suo Messia.

Egli parla loro nella sua forza e nella sua collera li spaventa:

«Ho consacrato il mio Re e l’ho costituito sopra al mio santuario».

«Annuncerò l’alleanza del Signore. Egli ha detto: “Tu mi sei caro come un figlio al padre, puro come se in questo giorno ti avessi creato”».

«Chiedimi e ti darò le ricchezze dei popoli come tua eredità, i principi dei confini della terra come tuo possesso.

Li spezzerai come con scettro di ferro, come vaso d’argilla li frantumerai» (Tg Sal 2,2.5-9).

I passi di questo Salmo richiamano le parole del cantico di Anna, che il Targum interpreta in chiave messianica:

Sui passi dei suoi fedeli egli veglia, ma i malvagi tacciono nelle tenebre. Poiché con la sua forza l’uomo non prevale.

Il Signore distruggerà i suoi avversari! Contro di essi tuonerà dal cielo. Il Signore giudicherà le estremità della terra; darà forza al suo re, innalzerà la potenza (il corno) del suo Messia (1Sam 2,9-10).

 

TgT Egli salverà i corpi dei suoi giusti servi dalla Gehenna ma gli empi saranno giudicati nella Gehenna, per far conoscere che non c’è alcuno in cui ci sia una forza degna per il giorno del giudizio [ma solo se questo ha buone azioni sarà trovato degno del Re che sta per venire] [1].

Il Signore distruggerà i nemici che insorgono per far del male al suo popolo. Contro di essi dal cielo con tuono grande li disperderà. Il Signore renderà la giusta ricompensa a Gog e agli accampamenti dei popoli rapaci che vengono con lui dai confini della terra. Darà forza al suo Re e accrescerà il regno del suo Messia (TgT 1Sam 2,9-10).

Il «suo re» è il Messia del Signore. Al riguardo, lo Zohar spiega:

«Darà forza al suo re». A chi fa riferimento la parola «Re», senza alcuna specificazione? È il Re Messia. Allo stesso modo, dicendo qui [Sal 86,16]: «Dona la tua forza al tuo servo», David indica il Re Messia. E aggiunge David: «Salva il figlio della tua ancella». David non era forse il figlio di Iesse? Perché la Scrittura parla della madre e non di suo padre? […] Una tradizione ci insegna che David designa, qui, il Re Messia[2].

Il consacrato, di cui parla il Salmo, è il consacrato per eccellenza, cioè, il Messia, il Re che sta per venire, che distrugge i suoi nemici, non con la spada ma con il bastone della sua bocca, cioè, la sua Parola.

I nemici qui menzionati sono i nemici escatologici, cioè, quelli che compariranno alla fine dei tempi (Gog). Nel Midrash dei Salmi, si legge:

Qualora venisse riportato al signore Messia nel tempo che verrà: «Una certa terra si è ribellata contro di te», Egli dirà: «Che le locuste vengano e la colpiscano», secondo quanto è scritto: Percuoterà la terra con la verga della sua bocca (Is 11,4). O se gli venisse riportato: «Una certa provincia si è ribellata contro di te», Egli dirà: «Che l’angelo della morte venga e uccida, e così la distrugga», come è detto: Con il soffio delle sue labbra ucciderà l’empio (ibid.). E quando i re dei pagani vedranno quanto è grande la loro afflizione, verranno e si prostreranno al signore Messia, come è detto: Con la faccia a terra essi si prostreranno davanti a te, baceranno la polvere dei tuoi piedi (Is 49,23)[3].

Esalterai il mio corno come un corno di bufalo (Sal 92,11). Come il bufalo, le cui corna sono così alte che può cacciare [i nemici] ai quattro angoli della terra, così il figlio di David [li] respingerà ai quattro angoli della terra. Di lui disse Mosè: Come primogenito di toro, egli è d’aspetto maestoso e le sue corna sono di bufalo; con esse cozzerà contro i popoli, tutti insieme, sino ai confini della terra (Dt 33,17). E i re si ergeranno contro il figlio di David per ucciderlo, come è detto: Insorgono i re della terra e i prìncipi congiurano insieme contro il Signore e il suo consacrato (Sal 2,2) [4].

I re della terra che congiurano contro Dio e il suo Messia sono, dunque, i re che «in quel giorno il Signore punirà» (Is 24,21), i re che, con i loro eserciti, seguono la bestia (Ap 19,19), e che, alla voce di Dio, si nascondono, tremanti, nelle caverne:

Allora i re della terra e i grandi, i comandanti, i ricchi e i potenti, e infine ogni uomo, schiavo o libero, si nascosero tutti nelle caverne e fra le rupi dei monti; e dicevano ai monti e alle rupi: «Cadete sopra di noi e nascondeteci dalla faccia di Colui che siede sul trono e dall’ira dell’Agnello, perché è venuto il grande giorno della loro ira, e chi può resistervi?» (Ap 6,15-17).

Mentre il Salmo si riferisce alla collera di Dio, l’Apocalisse parla del giorno della loro ira, cioè, dell’ira di Dio e dell’Agnello, cioè, il Messia.

Negli Atti degli Apostoli, i re della terra hanno un’identità ben precisa: sono coloro che hanno messo a morte il Signore Gesù Cristo, cioè, Erode e Ponzio Pilato:

Si sollevarono i re della terra e i prìncipi si allearono insieme contro il Signore e contro il suo Cristo; davvero in questa città Erode e Ponzio Pilato, con le nazioni e i popoli d’Israele, si sono alleati contro il tuo santo servo Gesù, che tu hai consacrato (At 4,26-27).

«Io stesso ho stabilito il mio Re su Sion, mia santa montagna». Il verbo nāsaḵti  (‎נָסַ֣כְתִּי) vuol dire costituire, insediare, consacrare. Nel libro dei Proverbi, riguardo alla Sapienza di Dio, è scritto:

Dall’eternità sono stata costituita (nissaḵtī‎, נִסַּ֥כְתִּי), dal principio, dagli inizi della terra (Pr 8,23).

«Voglio annunciare il decreto del Signore». Il termine ḥōq (חֹק) indica ciò che è prescritto, dunque, uno statuto, un decreto. È la legge nuova, il nuovo patto, lo statuto della nuova alleanza. Il Targum, infatti, traduce con la parola qiyāmā (קימא), che risponde all’ebraico bərît (בְּרִית), cioè, alleanza. È l’alleanza nuova che porterà il Messia, secondo quanto è scritto nel profeta Geremia:

Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –, nei quali con la casa d’Israele e con la casa di Giuda concluderò un’alleanza nuova (Ger 31,31).

«Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato». Secondo la tradizione rabbinica, questo versetto del Salmo si riferisce alla “creazione” del Messia, cioè, alla creazione della sua umanità, che è una nuova umanità, nella quale tutti gli uomini saranno redenti, rinnovati (1Pt 2,24; Rm 8,3):

In questo giorno ti ho generato. R. Huna disse: Quando verrà il tempo, il Santo, che sia benedetto, dirà: “Devo creare il Messia – una nuova creazione.” Come dice la Scrittura, In questo giorno ti ho generato – cioè, lo stesso giorno della redenzione, Dio creerà il Messia[5].

Sempre secondo la tradizione rabbinica, il verbo generare, alla luce di 1Re 1,5, più che denotare una vera e propria generazione, indicherebbe un’eguaglianza di natura, che in questo caso è tra Dio e il suo Messia[6]. Per questo, il Targum rende: «Tu mi sei caro come un figlio al padre, puro come se in questo giorno ti avessi creato».

«Oggi» è l’oggi di Dio, cioè, l’eternità. Il Messia è figlio di Dio poiché è consustanziale al Padre, cioè, della stessa sostanza divina, per cui la sua generazione è dall’eternità. Il Figlio è da tutta l’eternità uguale al Padre. Dio non ha creato il Messia dal nulla, ma egli è da sempre con Dio, prima della creazione del mondo (Pr 8,23; Gv 1,1-3). Scrive s. Tommaso:

Tu sei mio Figlio, naturale, singolare, consustanziale: Questo è mio Figlio (Mt 17). L’eternità è descritta in ciò che segue: Io oggi ti ho generato, cioè, dall’eternità. Infatti, non una generazione nuova ma eterna. Per questo dice Oggi ti ho generato, poiché oggi significa il presente e questo è eterno, è sempre[7].

«Chiedi a me». È Dio che si rivolge al suo Messia, il quale chiede vita in eterno, cioè, di risorgere ed essere, così, strappato dal dominio della morte:

  1. Joḥanan insegnò: «A tre uomini – Salomone, Aḥaz e al signore Messia – il Santo, sia Egli benedetto, disse: “Chiedi a me”. […] Al signore Messia, secondo quanto è scritto: “Chiedi a me, ti darò in eredità le genti e in dominio i confini della terra”» [8].

Ma quando egli vedrà che il Messia figlio di Joseph, è ucciso, egli [il Messia, n.d.t.] dirà a Lui: «Signore dell’Universo, chiedo a te solo il dono della vita». «Per quanto riguarda la vita», Egli gli risponderà, «Tuo padre David ha già profetizzato questo di te», come è detto, «Egli vita ti ha chiesto, e tu gliela hai concessa, lunghezza di giorni in eterno per sempre» (Sal 21,5)[9].

«Le spezzerai con scettro di ferro, come vaso di argilla le frantumerai». Diversamente dal TM, la LXX traduce:

Le pascerai con verga di ferro, e come vasi d’argilla le frantumerai (LXX Sal 2,9).

Il Messia è il buon pastore che conduce il gregge di Israele e riconduce all’unico ovile tutte le pecore, che sono fuori dal recinto, cioè, i popoli pagani (Gv 10,16). La verga di ferro è la parola forte e autorevole del Messia, come è scritto nel profeta Isaia:

TM Percuoterà la terra con il bastone della sua bocca, con il soffio delle sue labbra ucciderà l’empio (Is 11,4).

 

Tg Colpirà i peccatori della terra con la parola della sua bocca, e con la voce delle sue labbra farà morire l’empio (Tg Is 11,4).

 

LXX Colpirà la terra con la parola (tõi lógōi) della sua bocca e con il soffio/spirito delle sue labbra farà morire l’empio (LXX Is 11,4).

Il Messia pascola il gregge con la sua parola di salvezza, la quale, però, se non accolta, diventa causa di condanna, non in se stessa, ma per il fatto di essere stata rifiutata.

  1. Isaac disse: «La Scrittura non dice “come vasi di terracotta”, ma “come vasi d’argilla”, la quale può essere riformata prima di essere messa nel fuoco (così l’empio può pentirsi prima di essere condannato nella Gehenna)[10].

Nell’Apocalisse, il versetto 9 del Salmo viene citato tre volte, secondo la versione della LXX: in riferimento al Messia (Ap 19,15), al figlio della donna vestita di sole (Ap 12,5) e al vincitore, che custodisce le opere del Messia fino alla fine (Ap 2,27).

Al v. 12 del Salmo (TM), compaiono due parole aramaiche: našəqū-ḇar, «baciate il figlio», che la VC rende: «adorate pure», cioè, «adorate in purezza». Il Midrash Tehillim traduce: «Baciate in purezza» e, riferendosi a Is 49,23, spiega che i re pagani «verranno e si prostreranno al Signore Messia».[11]

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[1] Aggiunta della Tosefta al Targum 1Sam 2,9. Cfr. Houtman, A., Sysling, H., Alternative Targum Traditions, Brill, Boston, 2009, p. 110.

[2] Zohar (1,81a). De Pauly, J., Sepher ha-Zohar (Le livre de la Splendeur), vol. 1, Ernest Leroux, Paris, 1906, p. 485.

[3]Braude, W. G., (1959). The Midrash on Psalms, vol. 1. New Haven,Yale University Press, p. 37.

[4] Ibidem, p. 118.

[5] Braude, W. G., (1959). The Midrash on Psalms, vol. 1. New Haven: Yale  University Press, p. 41.

[6] Ibidem.

[7] Tommaso d’Aquino, Super Psalmos, www.corpusthomisticum.org.

[8] Braude, W. G., (1959). The Midrash on Psalms, vol. 2. New Haven: Yale,  University Press, p. 42.

[9]  bSukkah 52a. In  Rabbi Dr. I. Epstein, Soncino Babylonian Talmud, The Soncino Press London, 1947.

[10] Braude, W. G., (1959). The Midrash on Psalms, vol. 2. New Haven: Yale  University Press, p. 43.

[11] Ibidem, p. 37.

Aldo Maria Valli:
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