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Sulle attiviste per il clima nel duomo di Torino e la “Laudate Deum”

di Vincenzo Rizza

Caro Valli,

non so che cosa abbiano letto le “attiviste” che hanno fatto irruzione nel duomo di Torino citando alcune parole del pontefice sulla crisi climatica.

Chissà se è stato citato il passaggio della Laudate deum al punto 58, in cui si afferma:

Poniamo finalmente termine all’irresponsabile presa in giro che presenta la questione come solo ambientale, “verde”, romantica, spesso ridicolizzata per interessi economici. Ammettiamo finalmente che si tratta di un problema umano e sociale in senso ampio e a vari livelli. Per questo si richiede un coinvolgimento di tutti. Attirano spesso l’attenzione, in occasione delle Conferenze sul clima, le azioni di gruppi detti “radicalizzati”. In realtà, essi occupano un vuoto della società nel suo complesso, che dovrebbe esercitare una sana pressione, perché spetta ad ogni famiglia pensare che è in gioco il futuro dei propri figli.

Una frase, questa, che sembra giustificare (se non istigare) i gruppi “detti radicalizzati”, costretti loro malgrado a occupare “un vuoto della società nel suo complesso”. Quanta misericordia verso di loro! Non si tratta di gruppi radicalizzati ma di gruppi “detti radicalizzati” (da chissà quale malevola diceria?). Magari la stessa misericordia fosse rivolta ai buoni cattolici e ai buoni sacerdoti, oggetto di ben altre attenzioni e ben altri epiteti!

In fondo, visto il vuoto della società che non sarebbe in grado di esercitare una “sana pressione”, perché non sarebbe legittima l’“insana pressione” di chi protesta anche occupando chiese e interrompendo il sacrificio eucaristico?

Sperando che il gesto di Torino non sia oggetto di emulazione (ma visti i tempi e il risalto mediatico la speranza rischia di essere vana), è lecito pensare che chi è causa del suo mal pianga sé stesso?

Aldo Maria Valli:
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