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Identità di genere e linguaggio / Il Dipartimento di Stato Usa esorta a non usare parole “problematiche”

Secondo il New York Post, in una recente nota interna il segretario di Stato americano Anthony Blinken ha raccomandato ai dipendenti del dipartimento di astenersi dall’usare termini di genere problematici quali madre, padre e manpower (manodopera, letteralmente la forza lavoro prodotta da un uomo).

Nella nota, dedicata a “modelli di diversità, equità, inclusione e accessibilità” per “migliori pratiche di identità di genere”, il funzionario dell’amministrazione Biden spiega che il genere è un costrutto sociale e che l’identità di genere della persona “può o non può corrispondere al sesso assegnato alla nascita”.

Blinken incoraggia i colleghi del Dipartimento di Stato a “usare un linguaggio neutro dal punto di vista del genere ogniqualvolta è possibile”, così da “mostrare rispetto ed evitare malintesi”. Inoltre suggerisce che i dipendenti segnalino i pronomi personali (maschili, femminili, neutri) con i quali vogliono essere chiamati durante le riunioni e nella mail.

Blinken mette in guardia i dipendenti contro il misgendering (travisamento). Presumere l’identità di genere di un individuo semplicemente in base al suo aspetto o al suo nome “può essere problematico” e tramettere “un messaggio dannoso ed escludente”

Suggerimenti pratici. Non usare manpower ma labor force, non you guys (voi ragazzi) ma folks (gente), non mother e father (mamma e papà) ma parent (genitore), non son e daughter (figlio e figlia) ma child (bambino, neutro in inglese) non husband e wife (marito e moglie) ma spouse (coniuge) o partner.

Quando parlate, chiede Blinken, evitate di usare frasi come brave men and women (uomini e donne coraggiosi). Meglio dire brave rescuers (coraggiosi soccorritori) o brave officers (coraggiosi agenti) o brave soldiers (coraggiosi soldati).

Ottimo. Siamo lieti di informare il signor Blinken che l’italiano può fornire alla sua causa un fattivo contributo. Nella nostra lingua, infatti, la parola imbecille va bene sempre.

Aldo Maria Valli:
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