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Tra mito e realtà. Fine dei giochi per il pontificato di Francesco

di Phil Lawler

Il papa offre sempre più l’immagine patetica di un povero vecchio malato e indebolito, che cerca disperatamente di dare spettacolo mentre individui senza scrupoli approfittano della sua debolezza. Per questo ora ispira più pietà che avversione.

Recentemente sono apparsi online due articoli importanti. Ognuno di essi riassume una delle principali difficoltà che incontra papa Francesco. Presi insieme, i due brevi testi danno l’impressione che le contraddizioni di questo pontificato stiano raggiungendo una massa critica. La credibilità del papa vacilla.

Dead Synodality, di padre Raymond de Souza, pubblicato su The Catholic Thing, è una panoramica ad ampio raggio, che si occupa del congresso sull’educazione religiosa di Los Angeles e della cerimonia sacrilega nella cattedrale di San Patrizio e situa questi episodi nel più ampio dibattito sulla “sinodalità”.

Padre de Souza fa commenti taglienti su padre Martin, il cardinale McElroy e il cardinale Fernández, ma probabilmente il punto forte dell’articolo è l’osservazione che, nonostante tutti i discorsi sulla sinodalità e sul parlarsi, il Vaticano mostra ben poco interesse a consultare effettivamente i vescovi di tutto il mondo. Prendiamo l’esempio di Fiducia supplicans, documento pubblicato senza preavviso. La questione delle unioni omosessuali era stata discussa nella riunione sinodale dell’ottobre 2023, ma la direttiva apparsa all’improvviso a dicembre non è stata correlata a quella discussione.

Padre de Souza prevede che “il processo sinodale superconsultivo non riprenderà mai”, ma il processo non è masi stato effettivamente super-consultivo. Infatti padre de Souza sottolinea: “L’anno scorso ci fu imbarazzo quando si scoprì che si erano dimenticati di invitare i preti all’assemblea di ottobre. Ma anche quest’anno non saranno invitati…”.

Inoltre, il processo non è stato aperto e trasparente: La rendicontazione delle discussioni del sinodo è stata fortemente limitata, con gli organizzatori che distribuivano attentamente le informazioni e ne controllavano la diffusione. Padre de Souza conclude: “La traballante nave della sinodalità si è incagliata”.

Altro articolo. La “battaglia totale” di Papa Francesco contro gli abusi clericali è stata un fallimento annuncia Christopher Altieri su The Catholic World Report. Anche in questo caso, la retorica papale contrasta nettamente con l’effettiva politica attuata dal papa. Altieri passa infatti in rassegna un lungo elenco di casi in cui il pontefice ha protetto gli autori di abusi e ha mostrato freddezza nei confronti dei loro accusatori.

E che dire dell’idea (ancora diffusa tra i media mainstream) secondo cui papa Francesco sarebbe un riformatore, dedito alla trasparenza e alla responsabilità? Altieri dimostra che, fatti alla mano, questo non è altro che un mito. “Sulla carta ha promulgato riforme, comprese importanti leggi procedurali, ma si è rifiutato di usarle se non con molta parsimonia e mai in modo limpido”.

Il senso di responsabilità di papa Francesco trova l’espressione più eloquente nel commento rilasciato all’Associated Press sulla sordida vicenda di padre Marko Rupnik: “Io non c’entro niente”.

Ma è evidente che non è così. Le riforme sono scritte su carta sottile. La corruzione è profonda.

Fonte: catholicculture.org

Aldo Maria Valli:
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