Ha destato una certa sorpresa, non solo in Svizzera, la decisione del vescovo emerito di Coira, monsignor Vitus Huonder, di essere sepolto non nella cattedrale diocesana ma a Ecône, nel Vallese, accanto al fondatore della Fraternità sacerdotale San Pio X, monsignor Marcel Lefebvre.
In realtà monsignor Huonder, morto a ottantuno anni il 3 aprile scorso, mercoledì di Pasqua, aveva confermato la sua scelta già nel 2022 e l’aveva ribadita poco prima della morte sia all’attuale vescovo di Coira, monsignor Bonnemain, sia al superiore della FSSPX, don Davide Pagliarani.
“Desidero essere sepolto accanto al vescovo Lefebvre che ha tanto sofferto per la Chiesa” ha detto Huonder il 25 marzo scorso, lunedì santo, quando ha saputo dai medici che la sua breve malattia lo avrebbe presto condotto alla morte.
Negli ultimi giorni si è dimostrato totalmente docile alle vie della Provvidenza, offrendo costantemente le sue sofferenze per la Chiesa ed esprimendo gratitudine verso la Fraternità sacerdotale San Pio X e soprattutto verso l’Istituto Sancta Maria di Wangs, dove per sua scelta, a partire dal 2019, ha trascorso gli ultimi anni di vita.
Intervenuto alla Messa funebre di Huonder il 17 aprile, nella chiesa del seminario della Fraternità sacerdotale San Pio X a Écône, il vescovo Bonnemain si è visto costretto a giustificarsi. “Ho ricevuto raccomandazioni e avvertimenti affinché non partecipassi”, ha rivelato.
Joseph Bonnemain (sacerdote della prelatura dell’Opus Dei) durante il rito non ha partecipato attivamente alla celebrazione liturgica in quanto, ha detto, “la Fraternità San Pio X ha uno status irregolare nella Chiesa cattolica, ma quando, come vescovo, partecipo al funerale di un ex vescovo della diocesi, lo faccio nell’atteggiamento in cui mi trovo davanti alla tomba di ogni essere umano. Non spetta a me giudicare la vita e l’opera di una persona. Solo Dio conosce le nostre motivazioni e le nostre intenzioni”.
Durante la Messa funebre il vescovo Bonnemain è rimasto seduto davanti alla congregazione, vicino alla bara di Huonder. Accanto a lui, il vescovo Marian Eleganti, ausiliare di Coira dal 2009 al 2021.
“Lo status canonico della comunità – ha aggiunto Bonnemain – non è direttamente collegato alle vecchie ferite e tensioni nella diocesi di Coira. È giunto il momento di lasciarcele alle spalle e di fare un passo verso l’altro. Se noi nella Chiesa cattolica non siamo disposti ad agire in questo modo, non possiamo più parlare in modo credibile di riconciliazione, pace e fraternità”.
Con questo atteggiamento e questa speranza, Bonnemain ha invitato tutti i fedeli al Requiem in programma venerdì nella cattedrale di Coira.
Nato nel 1942 a Trun, nel canton Grigioni, Vitus Huonder era stato ordinato sacerdote della diocesi di Coira nel 1971. Divenuto canonico della cattedrale nel 1990 e vicario generale nel 1998, Benedetto XVI lo nominò vescovo della diocesi nel 2007 e scelse il motto “Instaurare omnia in Christo” (“Ripristinare tutte le cose in Cristo”).
Nel 2015, l’allora responsabile della Congregazione per la dottrina della fede, il cardinale Gerhard Müller, chiese a Huonder di stabilire contatti con i rappresentanti della FSSPX.
“L’idea era di creare un rapporto interpersonale amichevole con la comunità”, spiegò Huonder. “Allo stesso tempo, dovevano essere affrontate le questioni dottrinali della Chiesa. Man mano che questi contatti procedevano, ho approfondito la biografia e gli scritti del fondatore della FSSPX, l’arcivescovo Marcel Lefebvre. Ho così acquisito sempre più familiarità con le argomentazioni teologiche, le preoccupazioni e gli obiettivi della FSSPX”.
Quando divenne vescovo emerito, in una dichiarazione congiunta con il superiore generale della FSSPX don Davide Pagliarani, Huonder fece sapere che si sarebbe ritirato in una casa della FSSPX e spiegò così la sua scelta: “L’unico scopo di questo passo è quello di dedicarsi alla preghiera e al silenzio, di celebrare esclusivamente la Messa tradizionale e di lavorare per la Tradizione, l’unico modo per rinnovare la Chiesa”.
Nell’aprile 2023, in una serie di video intitolata La grande ferita, prodotta dal canale YouTube cattolico tedesco Certamen, Huonder, parlando del suo avvicinamento alla FSSPX, disse che la Chiesa si trova in “una delle più grandi crisi della sua storia”. Una crisi che “riguarda tutte le aree della vita della Chiesa: proclamazione, liturgia, cura pastorale e governo. È una profonda crisi di fede”.
In quell’occasione aggiunse che “c’è solo una via d’uscita dalla crisi: il ritorno a quei valori e a quelle convinzioni che sono stati abbandonati o trascurati o scartati illegalmente”.
Huonder criticò apertamente sia il motu proprio Traditionis custodes di Francesco, che ha limitato le celebrazioni della Messa vetus ordo, sia la lettera apostolica sulla formazione liturgica Desiderio desideravi. Disse infatti: “Le misure prese contro la liturgia tradizionale, iniziate con la Traditionis custodes, la Desiderio desideravi e i documenti che l’accompagnano, non sono altro che una persecuzione contro quei fedeli che hanno ragione di riconoscere in questa liturgia il vero e originale culto della Chiesa romana”.