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La casa di Chesterton e il valore della memoria

L’anno scorso i proprietari dell’ex casa di Gilbert Keith Chesterton a Overroards, nella cittadina di  Beaconsfield, hanno messo l’abitazione sul mercato al prezzo di 1,9 milioni di sterline, ma, non avendo trovato acquirenti, si sono rivolti a un’agenzia immobiliare. Questa ha chiesto alle autorità locali il permesso di abbattere la casa per costruire al suo posto un condominio, ma la domanda è stata respinta. Tuttavia gli ammiratori di Chesterton non possono esultare. È stata infatti presentata una seconda ipotesi che prevede sempre l’abbattimento della casa e si è in attesa di una risposta.

Gilbert e la moglie Frances andarono a vivere nella casa di Overroads, a Beaconsfiled (una quarantina di chilometri da Londra) nel 1909 e vi abitarono fino al 1922, quando si trasferirono, sempre a Beaconsfield, all’indirizzo di Top Meadow, e qui restarono fino alle rispettive morti, nel 1936 e 1938.

Nel loro testamento, i Chesterton lasciarono sia Overroads sia Top Meadow alla diocesi cattolica locale, stabilendo di utilizzare le proprietà come seminario, convento o casa di riposo per i sacerdoti anglicani convertiti al cattolicesimo. Ma la diocesi ha venduto entrambe le case, che oggi sono proprietà di privati.

Mentre la casa di Top Meadow è riconosciuta come edificio di importanza storica e quindi gode di una certa protezione, Overroads non ha tale status ed è ancora minacciata di demolizione.

Sebbene lo scrittore fosse molto londinese, lasciare la metropoli, nel 1909, fu la realizzazione di un vecchio desiderio. Il passaggio dal trafficato quartiere di Battersea a una cittadina di campagna fu per Gilbert e Frances un modo per ricalibrare le loro vite. Beaconsfield d’altra parte era ottimamente collegata con Londra dalla ferrovia, il che permetteva a Chesterton di raggiungere comodamente Fleet Street, la strada dei giornali, e di tenere i contatti con il mondo letterario.

Gli anni trascorsi da Chesterton a Overroads furono di intensa creatività. Opere come La ballata del cavallo bianco, Le avventure di un uomo vivo e L’osteria volante, per non parlare di innumerevoli saggi e articoli di giornale, furono tutti scritti lì, durante i tredici anni di permanenza della coppia.

Tra il 1901 e il 1913 Chesterton tenne una rubrica fissa sul Daily News e in uno di quegli articoli, intitolato The Dickensian (successivamente raccolto e pubblicato in Tremendous Trifles, del 1909), scrisse che il suo buon umore e il suo umorismo dovevano molto a Beaconsfield.

Ancora oggi, la ragione per cui la località è conosciuta è l’affetto per Chesterton. Senza la memoria dello scrittore, sarebbe una delle tante anonime cittadine a nord di Londra e certamente non sarebbe mai diventata la meta di continui pellegrinaggi da parte di chestertoniani devoti, che arrivano da ogni angolo del mondo per sostare a Overroads e Top Meadow.

Ma le ragioni economiche, osserva Kevin V. Turley su Crisis Magazine, sembrano più forti di quelle del cuore. Questa è la Gran Bretagna dei nostri giorni, e non è un caso che Chesterton sia forse meglio conosciuto e più amato al di fuori del suo paese. L’ultima serie dei misteri di Padre Brown è attualmente in onda sulla televisione britannica, ma ben pochi di coloro che la seguono sanno chi sia l’autore e che cosa abbia rappresentato per la storia letteraria e la vita religiosa e spirituale inglese.

La vicenda di Overroads, scrive Turley, dimostra che in Inghilterra, purtroppo, molti non conoscono le radici della propria cultura né se ne prendono cura.  Si ragiona in termini di prezzo, non di valore.

A.M.V.

Fonte: Crisis Magazine

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