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Investigatore Biblico / Ma che c’entrano quei fulmini?

di Investigatore Biblico

Il testo di cui mi occupo oggi è il Salmo 104, verso 4, rispetto al quale il pool dei traduttori 2008 ha potuto sperimentare una nuova variante… elettrica.

Ma andiamo direttamente al testo, per comprendere.

Cei 1974: “Fai dei venti i tuoi messaggeri, delle fiamme guizzanti i tuoi ministri” (Sal 104,4)

Vulgata: “Qui facis angelos tuos spirituset ministros tuos ignem urentem” (Sal 104,4)

Cei 2008: “Fai dei venti i tuoi messaggeri e dei fulmini i tuoi ministri” (Sal 104,4)

Senza perdere tanto tempo, andiamo a vedere il versetto ebraico traslitterato: “’oseh mal’akhaw ruchot, mesharetaw esh lohet”.

Esh lohet” significa precisamente “fuoco ardente”, da cui la scelta di san Girolamo (ignem urentem), e successivamente della Cei 74: fiamme guizzanti.

Ora, non fosse per il lavoro certosino di ricerca che sto cercando di compiere, spinto non da pedanteria linguista, ma perché temo seriamente l’esito di una traduzione non fedele, probabilmente questo versetto non lo avrei mai intercettato.

In fondo, diciamolo, non causa danni particolari al cammino di Fede del lettore. Nulla di teologicamente compromettente, all’apparenza. Però (c’è sempre il però), in tutta onestà, cari traduttori, i fulmini qui non c’azzeccano molto.

Il fuoco non andava bene? Meglio un effetto speciale più scenografico? Il fatto che il fuoco guizzasse vi ha fatto subito pensare di migliorare e modernizzare con l’elettricità?

Speriamo non lo facciate nelle edizioni Cei del 2143 e del 2256, magari con un roveto elettrico o con la versione dei “fulmini di Pentecoste”.

Volevo sfotticchiarvi un pochino, lo ammetto. Ma torno subito serio e vi pongo una domanda. Se il testo originale parla di un fuoco ardente, per quale motivo deve essere tramutato magicamente in un fulmine? Mi sembra un fenomeno parecchio diverso, non trovate?

Va be’, consideriamo questa variante un po’ come un peccato veniale. Anche se i peccati veniali, senza pentimento vero o non confessati, portano pian piano ai peccati mortali. Sapete, talvolta la leggerezza è cosa buona. Anche la fantasia. Però forse la Bibbia non è il testo appropriato per adattamenti fantasiosi.

Qualche giorno fa agli esami di maturità tanti ragazzi hanno affrontato Seneca. Non credo che il corpo docente abbia apprezzato le sperimentazioni nelle versioni.

Che ne dite? Proviamo a prendere qualcosina del vecchio e sano rigore, e lo facciamo tornare nel modo di tradurre la Parola di Dio? Sarebbe cosa buona. Non sia mai che ci cada un fulmine addosso!

Fonte: investigatorebiblico.wordpress.com

 

Aldo Maria Valli:
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