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Fine vaccinazioni? Mai. Lo chiede l’Oms

Nel mondo è forte la speranza che dopo questa estate la vita possa tornare alla normalità e che le misure anti-Covid, a partire dall’obbligo di vaccino, vengano revocate o almeno ridotte. Alcuni hanno persino diffuso voci secondo cui l’Oms potrebbe cambiare linea. Non è così. Al contrario, l’Oms ha in programma di continuare o addirittura ampliare la campagna di vaccinazione nei prossimi anni, senza che se ne veda la fine.

Il piano è delineato nel documento sulla strategia di vaccinazione globale Covid-19: Global Covid-19 Vaccination Strategy in Changing World: July 2022 update.

Partendo dal presupposto che “gli attuali vaccini Covid-19 forniscono una protezione modesta e di durata limitata contro l’infezione da Sars-CoV-2”, l’Oms sostiene che “verso la fine dell’anno, man mano che le incertezze scientifiche verranno risolte scientifiche e si renderanno disponibili più dati, l’Oms avvierà un processo di consultazione per sviluppare una strategia di vaccinazione globale contro il virus Covid-19 per il 2023 e oltre”.

E come obiettivo primario viene indicato “rendere realtà le vaccinazioni per l’intero corso della vita”. Quindi una sorta di abbonamento alla vaccinazione permanente.

Poco importa che nuove varianti come l’Omicron siano pericolose quanto un raffreddore. Non c’è discussione. Né vi sono riflessioni sulle morti e gli effetti avversi da vaccinazione. Idem per quanto riguarda l’inefficacia dei vaccini. Al contrario, si legge: “Molte delle popolazioni più vulnerabili rimangono non vaccinate in numerosi paesi, con conseguenti morti e sofferenze inutili, con conseguenze etiche e socioeconomiche che si fanno sentire in tutto il mondo”.

Per questo, “è fondamentale mantenere e aumentare lo slancio della vaccinazione data la diffusa percezione ridotta del rischio di malattia e la ridotta domanda di vaccini Covid-19 da parte della popolazione”.

La campagna di vaccinazione può e deve continuare dato che la “fornitura mondiale di vaccini contro il Covid-19 è oggi con una capacità produttiva annua di 11-16 miliardi di dosi di vaccino”. E siccome non tutti i paesi se lo possono permettere, “grandi somme sono disponibili per i Paesi a basso reddito attraverso contratti e donazioni tramite Covax, meccanismi regionali e approcci bilaterali”.

Si sottolinea che “le vaccinazioni di richiamo, determinanti per mantenere la protezione”, devono essere portate praticamente fino al termine della vita. Nessun dubbio, nessuna remora.

Fonte: who.int

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Aldo Maria Valli:
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