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Avvento / Vescovo inglese esorta a non mangiare carne il venerdì. Come penitenza? No, per ridurre le emissioni di carbonio

Cari amici di Duc in altum, ecco una notizia che avrebbe ben figurato nella vecchia rubrica che una volta tenevo su questo blog, Uomini giusti ai posti giusti.

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di Angelica La Rosa

Il vescovo della diocesi inglese di Salford, John Stanley Kenneth Arnold, ha invitato i suoi fedeli a recuperare l’antica usanza cristiana di non mangiare carne il venerdì. Ma nella sua lettera pastorale per la prima domenica di Avvento esorta a farlo come “piccolo e semplice cambiamento nel nostro stile di vita per contribuire ad avere un impatto significativo sul mondo che ci circonda”.

Il vescovo si è basato su un recente studio dell’Università di Cambridge che ha cercato di spiegare “l’incredibile effetto” che i venerdì senza carne potrebbero avere sul nostro pianeta. “Questa è una tradizione che si coltiva, come esercizio spirituale, fin dal IX secolo. Ma lo studio di Cambridge suggerisce che questo gesto spirituale e penitenziale consente di risparmiare 55 mila tonnellate di carbonio all’anno dall’emissione nell’atmosfera, che equivale a 82 mila persone su un volo di ritorno da Londra a New York”, ha affermato il vescovo citando il Rapporto Cambridge.

Il prelato inglese ha affermato che “un tale gesto ‘spirituale’ avrà improvvisamente un grande impatto pratico sulle nostre emissioni di carbonio e sull’ambiente. Cosa accadrebbe se tutti i cattolici osservassero un venerdì senza carne? Cosa accadrebbe se i cattolici di tutto il mondo abbracciassero questa pratica semplice e poco impegnativa? L’impatto sul nostro ambiente sarebbe considerevole”.

Secondo il presule inglese, che sembra preoccuparsi più dell’effetto ambientale che dell’effetto penitenziale di questa azione, “la nostra lotta contro il cambiamento climatico non può essere semplicemente lasciata nelle mani dei politici e dei leader dell’industria, ma deve essere abbracciata da ognuno di noi nella nostra vita quotidiana”.

Fonte: informazionecattolica.it

Aldo Maria Valli:
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