Guerra Israele-Iran. Altre riflessioni

di Marco Anca

Nel fare i complimenti a Luca Foglia per la sua analisi del conflitto Israele-Iran [qui], mi permetto di aggiungere alcuni dettagli.

La nottata di ieri ci ha fatto capire che le difese antiaeree, compreso il mitizzato “Iron Dome” israeliano, non reggono contro un attacco massivo.

Quindi tutte le richieste di montagne di miliardi per nuovi sistemi antiaerei, compreso il “Golden Dome” proposto da Trump, dal modico costo di 175 miliardi di dollari Usa, servono solo a ingrassare i complessi militari industriali occidentali e i politicanti loro impiegati.

Aggiungo che non esistono “wunderwaffen” (leggi armi segrete risolutive) eterne. Finora l’unica che stiamo vedendo è l’Oreshnik russo, che però viene centellinato. Le altre, soprattutto occidentali, o non sono tali se non per la propaganda dei media, oppure trovano rapidamente delle contromisure tecnologiche.

Poi vorrei approfondire il concetto, espresso da Luca Foglia, di “guerra terrestre”. Che va combinato con quello di “area della battaglia” che hanno insegnato anche a noi che abbiamo fatto il corso Auc (Allievi ufficiali di complemento).

Se non vuoi trovarti a combattere la guerra in casa, devi avere un territorio cuscinetto per tenere lontano il nemico o eventualmente combattere lì.

Per la Russia, arrivare a Dnepropetrovsk o a Kharkov significa avere area della battaglia, cioè tenere lontani i missili occidentali dal Donbass.

Caliamo ora questo concetto nella realtà mediorientale. Se la Siria fosse stata quella di Assad, Israele avrebbe dovuto probabilmente combattere sul Golan le truppe di terra iraniane. E l’esperienza del Sud del Libano ci dice che Israele, nei combattimenti di fanteria puri, fa fatica, perché la sua forza è l’aviazione.

Ora, con l’organizzazione islamista attualmente al potere a Damasco, Hay’at Tahrir al Sham (“Organizzazione per la liberazione del Levante”, HTS), ovvero i ratti genocidi di cristiani e alawiti, la Siria è diventata l’area della battaglia di Israele. E chi ha fatto questo bel regalone a Israele, permettendogli di attaccare l’Iran? La Turchia, il cui presidente Erdogan spara comizi e dichiarazioni incendiarie sulla sorte degli abitanti di Gaza a uso e consumo dei gonzi ben contenti di farsi gabellare.

Aggiungo un ulteriore elemento. Trump, la cui credibilità è precipitata sotto lo zero, ci dice che “i delegati iraniani all’incontro in Oman con gli Usa sono stati tutti uccisi da Israele”, e se ne vanta. A questo punto il resto del mondo, che esiste checché ne dicano gli occidentali, vede che non solo l’Occidente non rispetta gli accordi, ma uccide pure i negoziatori.

Chi si fiderà più degli occidentali per una trattativa?

 

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